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Carcerati fanno da tutor per insegnare l'uso dei cassonetti intelligenti

I nuovi contenitori per la raccolta del secco e dell’umido entreranno in funzione il 24 febbraio in sesta e settima circoscrizione: sono i 18 detenuti di Montorio che affiancheranno gli operatori Amia in questa sperimentazione

Gli operatori Amia mentre spiegano ai cittadini l'uso corretto dei nuovi raccoglitori

Da lunedì mattina, 18 detenuti del carcere di Montorio assisteranno i cittadini nell’utilizzo dei cassonetti intelligenti, i nuovi contenitori per la raccolta del secco e dell’umido che entreranno in funzione il 24 febbraio in sesta e settima circoscrizione. I nuovi tutor, carcerati a fine pena che hanno già partecipato ad un percorso di formazione, affiancheranno gli operatori Amia e saranno impegnati in attività di pubblica utilità. L’iniziativa sperimentale durerà tre mesi e ha come scopo il reinserimento dei soggetti selezionati per il progetto.

Nelle zone di Fondo Frugose e San Michele extra, vicine al carcere, i detenuti potranno aiutare i cittadini a conferire i rifiuti nei nuovi cassonetti, ma anche dare informazioni a chi ancora deve fare la tessera necessaria per aprire i bidoni o scaricare l’app. La loro presenza giornaliera sarà anche un deterrente importante all’abbandono abusivo dei rifiuti fuori dagli appositi contenitori.

Proprio per dare il via al progetto, è stato siglato giovedì mattina in municipio il protocollo d’intesa tra Amia, la Casa Circondariale di Montorio e l’Ufficio di sorveglianza del Tribunale. Oltre al sindaco Federico Sboarina, erano presenti i firmatari del documento: il presidente di Amia Bruno Tacchella, con il direttore Ennio Cozzolotto, il direttore della Casa Circondariale Mariagrazia Bregoli e il magistrato Isabella Cesari.

«Cresce la collaborazione tra il carcere e la città – ha detto il sindaco -. Grazie a questo nuovo accordo alcuni detenuti avranno la possibilità di reinserirsi nella vita cittadina, supportando tutti coloro che da lunedì utilizzeranno i nuovi cassonetti. Saranno i cittadini i primi ad accorgersi del valore che avrà l’impiego di queste persone che, adeguatamente formate, supporteranno Amia e renderanno più facile l’avvio di questa importante sperimentazione attivata sul territorio della sesta e settima circoscrizione. In Comune da anni persone in stato detentivo collaborano nei servizi di portineria e, non solo non è mai stato riscontrato alcun problema, ma anzi, la loro presenza è un’occasione per superare tanti pregiudizi. Grazie a queste sinergie, infatti, la comunità penitenziaria e quella veronese entrano in contatto ed è più facile il reintegro sociale e lavorativo dei detenuti».

«Questa convenzione avrà un duplice scopo, da un lato creare percorsi di riabilitazione e di reinserimento sociale delle persone detenute a fine pena, dall’altro supportare i cittadini alle prese con i nuovi cassonetti intelligenti – ha detto Tacchella -. Lo sviluppo di opportunità lavorative di volontariato da parte di soggetti detenuti a beneficio della collettività costituisce una forma di riparazione e di reintegrazione, con l’obiettivo di favorire l'inclusione sociale. L’arrivo dei cassonetti ad accesso controllato rappresenta una sfida all’insegna della tecnologia e dell’efficienza. Siamo certi che queste nuove risorse, formate ed istruite dai nostri addetti, saranno di estrema utilità e supporto per le migliaia di cittadini interessati da questa novità. E un domani anche per la cura del verde, per rispondere alle telefonate degli utenti o per migliorare la classica raccolta differenziata».

«Un’opportunità per i carcerati di dimostrare la loro volontà di riabilitarsi come bravi cittadini – ha spiegato Bregoli -, supportando i cittadini in questa nuova sperimentazione. Insieme le Istituzioni danno, così, un senso alla pena».

«Ringrazio tutti coloro che hanno voluto questa iniziativa – ha concluso Cesari -. Il lavoro e le attività socialmente utili rappresentano occasioni di riabilitazione e inclusione fondamentali per tutti i detenuti».


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