Attualità

Comitato di Verona Sud: «Tutto l'ex scalo sia riconvertito a parco pubblico»

Sit-in in piazza del comitato che ha ribadito la sua richiesta a Comune di Verona, Rfi e Regione Veneto. E sul sottopassaggio tra Stradone Santa Lucia e Via Albere, interviene Azione: «Non risolverà i problemi di traffico»

(Foto Comitato Verona Sud)

Non solo una parte ma tutta l'area dell'ex scalo merci ferroviario di Verona Porta Nuova deve diventare un parco. Per questo obiettivo, il comitato di Verona Sud da anni si sta mobilitando e venerdì scorso, 13 gennaio, ha avuto un'altra occasione per avanzare la richiesta alle istituzioni. Approfittando di un incontro a Palazzo Barbieri tra Comune di Verona, Rfi e Regione Veneto, il comitato ha organizzato un sit-in in Piazza Bra, ribadendo la necessità di riconvertire a verde tutta l'area dell'ex-scalo merci.

«Convertire l'intera area in un parco pubblico significa restituire alla città una parte del verde che manca», ha scritto il comitato nel documento consegnato agli amministratori comunali e alla vicepresidente della Regione Elisa De Berti.
Ma il parco non aggiungerebbe solo metri quadrati di verde ad una città che in proporzione alla sua grandezza ne ha poche, ma aiuterebbe anche ad abbattere l'inquinamento atmosferico. «L'inquinamento dell'aria è cronicamente oltre i limiti guardia e la situazione sanitaria è disastrosa - ha spiegato il comitato - I dati indicano che Verona supera da circa vent’anni i “valori limite” di inquinamento dell’aria sanciti dalla legge. Verona si trova in un’area geografica tra le più inquinate d’Europa e del mondo e non fare niente non è un'opzione. Un grande parco urbano non è più solo una priorità: è diventata una necessità vitale. Un vero grande parco può cambiare la città. Le grandi aree verdi nobilitano le città che le ospitano, connettono quartieri e promuovono la crescita affettiva degli abitanti nei riguardi del proprio territorio».

Il comitato Verona Sud chiede dunque di ampliare il verde previsto per la creazione del cosiddetto Central Park, l'area verde che negli anni scorsi era stata progettata per l'ex scalo merci. E connesso al Central Park c'è anche un'altra opera che l'attuale amministrazione comunale ha ereditato da quella passata: il sottopassaggio tra Stradone Santa Lucia e Via Albere. Per realizzare questa strada che passerebbe sotto i binari della ferrovia, il Comune di Verona investirebbe tutto il denaro derivante dalle opere compensative per la Tav. E prima di dare seguito a quest'opera, l'attuale amministrazione si è presa del tempo per riflettere.
Proprio sul dilemma se fare o non fare il sottopasso è intervenuta la sezione di Verona di Azione. Roberto Fabris, che fa parte del direttivo locale del partito di Carlo Calenda, ha spiegato che il problema nasce da una mancata pianificazione urbanistica. «Se Verona avesse un piano, la risposta ce la saremmo data 10 anni fa e non perché adesso il progetto Tav mette a disposizione 15 milioni di fondi compensativi - ha scritto Fabris - Ogni intervento deve essere la conseguenza di un piano strategico di sviluppo di Verona, che ancora non c’è e che speriamo la nuova amministrazione voglia disegnare. Il piano strategico di sviluppo deve poi articolarsi in coerenti piani urbanistici e di mobilità, da attuare nell’arco di tempi medio-lunghi. Abbiamo visto come le passate amministrazioni, al contrario, abbiano pedissequamente assecondato l'iniziativa legittima di costruttori privati in assenza di un disegno urbanistico che deve invece essere guidato dalla politica. Gli effetti disastrosi di questo approccio sono sotto gli occhi di tutti: nuove lottizzazioni residenziali e commerciali a ridosso delle arterie principali di scorrimento e di accesso alla città con conseguente intasamento ed inquinamento. L'idea del sottopassaggio deve essere valutata sotto i due aspetti fondamentali di miglioramento della viabilità e di rapporto costi-benefici. Sappiamo dagli studi effettuati da vari tecnici che l'opera non risolverà miracolosamente il problema del traffico tra Via Coste, Stradone Santa Lucia e Zona Fiera. Tecnici e politici ci stanno lavorando, apprezziamo il loro impegno sicuri che decideranno per il bene della città e dei quartieri interessati. Ma lo sviluppo di Verona deve essere progettato, condiviso e sostenibile, e non il frutto di scelte estemporanee, disorganiche e costose».


Si parla di