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Via libera alla discarica di Sorgà. «Scempio non voluto né meritato dal territorio»

Si potrà realizzare un sito di stoccaggio di car fluff in località De Morta. Il sindaco Nuvolari: «Sentenza di condanna per la nostra vocazione agricola». Guarda e Bigon: «Enti locali inascoltati dalle Regione»

Striscione dei contrari alla discarica di Sorgà

Mercoledì scorso, 1 giugno, la commissione per la valutazione di impatto ambientale (Via) della Regione Veneto e la successiva conferenza dei servizi hanno dato il via libera alla realizzazione di una discarica di car fluff sul territorio comunale di Sorgà. Un progetto che era stato, invece, bocciato dalla commissione Via della Provincia di Verona e che era stato criticato da più fronti politici. E il primo dei contrari alla discarica è il sindaco di Sorgà Christian Nuvolari che insieme al suo assessore all'ambiente Greta Rasoli ha così commentato la decisione della commissione regionale: «Una vera e propria sentenza di condanna di un territorio a vocazione agricola da parte della Regione Veneto».

Il car fluff è la parte leggera di ciò che viene prodotto dalla frantumazione delle auto ed alla Regione Veneto è stato proposto di creare un sito di stoccaggio di questo particolare rifiuto in località De Morta, a Sorgà. Un proposta che dal punto di vista tecnico sembra buona, visti i pareri positivi di conferenza dei servizi e della commissione per la valutazione dell'impatto ambientale. Pareri comunque vincolati da una serie di prescrizioni. Ma per Nuvolari, una discarica di car fluff nel suo comune è «un vero scempio per il nostro territorio, non voluto né meritato» e le prescrizioni sollevate dalla commissione Via «prevedono forme di controllo che difficilmente potranno essere attuate dagli enti preposti, e soprattutto non da un piccolo Comune come il nostro».

Nuvolari e Rasoli hanno spiegato che in sede di commissione Via «hanno posto qualche rimedio al problema stradale di accesso alla discarica solo perché l’abbiamo fortemente sottolineato. E di fatto si è dato via libera ad una discarica senza avere, nero su bianco, un progetto completo. Rimangono dunque in piedi, oltre che le nostre paure, anche tutte le nostre perplessità e sono rimasti particolarmente beffati anche i comuni confinanti che non si sono visti riconosciuti neanche un piccolo risarcimento per l’uso delle loro strade e per le problematiche che pure loro dovranno sostenere e sopportare».

Per questo il Comune di Sorgà impugnerà l'atto favorevole alla realizzazione della discarica.

E il parere favorevole alla discarica di Sorgà è stato accolto con delusione anche dai consiglieri regionali di minoranza. Cristina Guarda di Europa Verde ha commentato: «Per me è una enorme delusione, anzitutto umana oltre che politica. Sorgà, insieme alla Provincia di Mantova, a quella di Verona e tantissimi Comuni limitrofi, avevano presentato rilievi tecnici, riguardo alla protezione della falda, ai problemi viabilistici, all'impatto ambientale e agronomico davvero significativi. Resta l'amaro in bocca per come la politica regionale abbia deciso di rinunciare alla scelta di tutelare le produzioni di qualità. Eppure i cittadini, le associazioni e le amministrazioni avevano parlato chiaro e forte. O forse non arriva a Venezia la voce di chi abita in queste terre di confine?».
E la veronese del Partito Democratico Anna Maria Bigon ha aggiunto: «Il via libera della Commissione di Valutazione di impatto ambientale della Regione Veneto alla discarica di car fluff a Sorgà è l'emblema di una linea politica che sul fronte ambientale passa sopra, come un caterpillar, su ogni grido d'allarme dei territori. Parole e concetti come sostenibilità e ascolto sono banditi in nome di logiche totalmente avulse dalla realtà: altro che transizione ecologica. Si tratta di uno scempio destinato a danneggiare una realtà che, in primis attraverso la produzione di riso e la certificazione Igp per il riso vialone nano, fa della vocazione agricola il suo punto di forza. Ma la questione va molto oltre perché con questo ok al progetto di discarica si rischia di aprire una stagione buia per la sicurezza ambientale e per la salute pubblica, visto che l'autorizzazione allo stoccaggio di residui da rottamazione è di lungo periodo: sei anni ma con la possibilità di rinnovi. La Regione non ha voluto dare ascolto alle osservazioni degli enti locali e neppure alle osservazioni riguardanti la consegna fuori tempo massimo delle integrazioni al progetto da parte della ditta richiedente. Insomma, si è andati avanti con un atteggiamento che fa pensare ad una arroganza politica di chi pensa che il consenso sia sinonimo di pieni poteri. Quando invece la gestione politica richiama ad un senso di responsabilità che in questo caso è stato messo sotto il tappeto».


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