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Nata al Parco Natura Viva, la gipetina viene reintrodotta nel suo habitat

È stata scelta nell’ambito del Programma Europeo per le Specie Minacciate per essere reintrodotta in natura all’interno del progetto europeo LIFE GypConnect

Al tempo della “fase 3” del Covid-19, per permetterle di varcare la frontiera con la Francia a bordo dell’ambulanza veterinaria è stato necessario redigere un certificato che attestasse lo scopo del viaggio: la piccola gipetina “nata al Parco Natura Viva di Bussolengo, è stata scelta nell’ambito del Programma Europeo per le Specie Minacciate per essere reintrodotta in natura all’interno del progetto europeo LIFE GypConnect” guidato dalla Ligue pour la Protection des Oiseaux e con la Vulture Conservation Foundation come partner principale. Così, dopo la visita veterinaria e l’applicazione del microchip, anche la seconda figlia di Fabian e Julia è partita alla volta della propria reintroduzione in natura, accompagnata da Camillo Sandri, veterinario e direttore tecnico del Parco, e da Giorgio Ottolini, biologo. Destinazione Parco Regionale Des Grand Causses, 100 chilometri a nord di Montpellier.


«La struttura delle penne è perfetta - spiega Sandri - e la bilancia segna il peso di 6 chilogrammi, più di quanto attendessimo. Le tornerà utile per le prossime due settimane, durante le quali stazionerà sul nido in cui la porremo, prima che sia pronta a involarsi autonomamente per affrontare la sua nuova e definitiva vita selvatica». Una reintroduzione in natura è sempre la quadratura del cerchio per lo staff del Parco Natura Viva, a maggior ragione se a “volare via” è una specie che si estinse sulle Alpi Europee agli inizi del XX secolo, oggi “vulnerabile” di estinzione secondo IUCN; ma stavolta, la vittoria è addirittura doppia perché ottenuta mettendo a punto un protocollo unico in Europa, che mai nessun parco zoologico aveva sperimentato prima. «Dopo averla dovuta togliere ai genitori litigiosi mentre era ancora dentro l’uovo, abbiamo dovuto allevarla noi - prosegue Sandri - camuffati con un telo simile a un saio e utilizzando un fantoccio realizzato ad hoc che simulasse le fattezze di Julia, per scongiurare l’imprinting sull’uomo. In un secondo momento l’abbiamo riportata in voliera in contatto visivo e uditivo con la mamma fino a quando, due settimane fa è stato tentato il colpaccio: la piccola è stata affidata alle cure totali di Julia la quale non solo l’ha riconosciuta, ma ha anche cominciato a prendersene cura e ad alimentarla come se fosse stata lì sin dalla schiusa», conclude Sandri. La notte in cui la piccola è partita, mamma gipeto - monitorata dalle telecamere sul nido - non ha dormito molto: è già il secondo piccolo che consegna ai cieli europei, avendo potuto trasmettere loro tutto il bagaglio di competenze necessario a cavarsela in natura. Ma della straordinarietà di tutto questo, lei non può essere consapevole.




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