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Lupi, Enpa: «Manca il supporto agli allevatori virtuosi della Lessinia»

«In attesa del Piano Lupo nazionale, chiediamo alla Regione Veneto di fornire gratuitamente agli allevatori strumenti e tecnologie preventive, e di obbligare gli allevatori ad applicarli», ha comunicato l'associazione

Lupo - Immagine di repertorio

«La strada per la tutela del lupo passa dai metodi di prevenzione ecologica per difendere bovini e ovini da eventuali predazioni. In attesa del Piano Lupo nazionale, che ci auguriamo sia approvato quanto prima senza abbattimenti, chiediamo alla Regione Veneto di fornire gratuitamente agli allevatori strumenti e tecnologie preventive, e di obbligare gli allevatori ad applicarli». È la richiesta avanzata in queste ore dal coordinamento regionale Enpa per il Veneto e dalla Sezione di Treviso. L’intervento dell’associazione nasce dal «progressivo esaurimento delle risorse pubbliche previste per le misure di prevenzione e, di conseguenza la mancanza di supporto in cui molti allevatori, soprattutto quelli virtuosi, si sono venuti a trovare nei territori della Lessinia».

«I metodi ecologici – spiega l’associazione – sono una strategia vincente e non solo perché sono realmente efficaci ma, anche, perché permettono di ridurre, se non di eliminare del tutto, i rimborsi agli allevatori poco virtuosi. Cioè a quegli allevatori che non vogliono applicare alcun sistema neppure se fornito "a costo zero". Inoltre i metodi “cruelty free” avrebbero una ricaduta positiva anche sul fenomeno criminale del bracconaggio perché, diminuendo i danni e alleggerendo le tensioni sociali, isolerebbero ancora di più i bracconieri dalla società.
Molte esperienze maturate nel nostro Paese e in Europa dimostrano che la strada da seguire è questa: sostegno concreto e puntuale delle istituzioni agli allevatori, prevenzione di ogni forma di bracconaggio - un atto orribile e criminale – informazione scientifica e sensibilizzazione dell’opinione pubblica.
D’altro canto proprio il Veneto, nel 2016, con il progetto Life Wolfalps si era adeguato ai protocolli di prevenzione. E questo aveva determinato una sensibile riduzione degli atti di predazione, gli unici in grado, oltre al buonsenso - ad esempio non lasciando incustoditi e all'esterno gli animali da cortile e d'affezione - di eliminare ogni "perdita", riducendo anche il conflitto sociale.
Ora – conclude Enpa - auspichiamo che la Regione Veneto applichi da subito le operazioni virtuose messe in campo nel 2016 e che queste siano estese al maggior numero di allevatori».


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