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Processo Pfas, anche Arpav tra le parti civili. Chiesto rimborso di 8 milioni

Il procedimento vede sotto accusa i vertici della Miteni per aver concorso alla contaminazione della falda acquifera destinata al consumo umano nel sottosuolo dell'azienda e di aver provocato il relativo disastro ambientale

Analisi dei terreni contaminati da Pfas

L'Arpav si è costituita parte civile nel caso sull'inquinamento Pfas in Veneto contro Miteni. La richiesta dell'agenzia regionale per la prevenzione e la protezione ambientale è stata formalizzata dall'avvocato Fabio Calderone, del foro di Padova, all'udienza che si è tenuta questa mattina, 11 novembre, nel tribunale di Vicenza, davanti al giudice per l'udienza preliminare Roberto Venditti.

La prima udienza preliminare era stata calendarizzata per lo scorso 21 ottobre, ma è stata rinviata a causa dello sciopero degli avvocati. Il procedimento vede sotto accusa i vertici della ditta vicentina di Trissino per aver concorso alla contaminazione della falda acquifera destinata al consumo umano nel sottosuolo dell’azienda e delle acque superficiali e potabili, nonché di aver provocato il relativo disastro ambientale.

Arpav, che nel 2013 identificò nel sito dell'azienda la principale causa dell'inquinamento nella produzione di sostanze perfluoroalchiliche (Pfas), ha svolto e sta svolgendo numerose e complesse attività tecnico-scientifiche. Dai monitoraggi dei suoli e dei corpi idrici superficiali, sotterranei e delle acque marino costiere alle analisi dei fanghi di depurazione, allo studio della presenza delle sostanze nell'aria e al controllo delle fonti di pressione. Inoltre, l'agenzia ha eseguito costantemente sopralluoghi, ispezioni e campionamenti nell’esteso territorio interessato dalla contaminazione ed ha effettuato, per le aziende sanitarie, le analisi degli alimenti, delle acque potabili e del siero umano per lo screening della popolazione esposta. L'ingente attività ha richiesto l'acquisto di strumentazione scientifica di altissima tecnologia e di sistemi analitici ad alte prestazioni con l’impiego di numerosi tecnici, per una spesa totale ad oggi di oltre otto milioni di euro, della quale viene chiesto il ristoro, oltre al danno all’immagine. Inoltre, Arpav è fra i creditori della Miteni, la quale ha dichiarato fallimento l'anno scorso.

Ed oltre ad Arpav, anche la Regione Veneto ha fatto richiesta per costituirsi parte civile nel medesimo procedimento.


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