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«Con i tanti codici bianchi la Regione scarica la spesa sui cittadini»

Più della metà degli accessi nei pronto soccorso della regione sono codici bianchi soggetti al pagamento del ticket. Per Fp Cgil è colpa di «una politica regionale molto stringente»

Foto di repertorio

Il Veneto è la regione italiana con più accessi al pronto soccorso in codice bianco. E proprio questo alto numero di accessi dilata i tempi di attesa che sono i più lunghi d'Italia. Ma c'è anche un'altra conseguenza poco gradevole per i cittadini e cioè il pagamento del ticket in pronto soccorso. Pagamento richiesto solo ai codici bianchi.

Questa ripercussione è stata messa in luce dalla sezione regionale del sindacato Fp Cgil dopo aver letto il rapporto di Agenas sulle reti tempo-dipendenti della sanità italiana. L'indagine dell'agenzia nazionale focalizza l'attenzione sui servizi sanitari delle diverse regioni che rispondono a quelle patologie, come ictus o infarti, in cui la rapidità di intervento è fondamentale.
Tra queste reti c'è anche quella dei pronto soccorso, dove il Veneto risulta essere la regione con il più alto numero di codici bianchi in assoluto e anche quella dove i pazienti in codice bianco attendono di più.

I dati di Agenas si riferiscono al 2022, ma sono confermati anche nel 2023, come riportato da Fp Cgil Veneto. E questo è causato, scrive il sindacato, da «una politica regionale molto stringente». Questa politica farebbe in modo che molti pazienti in pronto soccorso vengano classificati come codice bianco e quindi siano soggetti al pagamento di un ticket di almeno 25 euro.

L'anno scorso, quasi il 55% degli accessi nei pronto soccorso veneti sono stati dei codici bianchi. Una percentuale quasi doppia a quella registrata dalla regione seconda in classifica (Valle d'Aosta con 28,24%). Inoltre, il Veneto è stata la regione con la percentuale più bassa di codici verdi, che rispetto ai codici bianchi non pagano il ticket.
E impressiona il confronto con le regioni vicine. L'Emilia Romagna ha più o meno lo stesso numero di abitanti del Veneto, mentre la Lombardia ne ha il doppio. Ma nel 2022 e nel 2023, i codici bianchi paganti sono aumentati solo in Veneto, mentre nelle altre due regioni è avvenuto il contrario.

«Le conseguenze per i cittadini, oltre ai tempi di attesa più alti d’Italia messi in luce da Agenas, sono rappresentate dal volume di risorse che la Regione ricava con i ticket da pronto soccorso che fanno molto riflettere su quanto la regione stia riversando sui cittadini una quantità di spesa che altre regioni, assegnando codici diversi dal bianco, si assumono», è il commento di Fp Cgil Veneto, che conclude con queste considerazioni: «Le persone che stanno male, anche se codici bianchi e verdi, preferiscono recarsi al pronto soccorso rispetto ad altre soluzioni magari più costose e con tempi di attesa molto più lunghi. Per questa ragione i pronto soccorso vanno fatti funzionare anche con percorsi differenziati per i diversi codici come ad esempio gli spazi dedicati ai codici bianchi e verdi adiacenti ai pronto soccorso. Il problema delle liste di attesa e l’organizzazione dei pronto soccorso sono il vero incentivo all’afflusso delle persone che, a quel punto, preferiscono aspettare ore ma ottenere una risposta qualificata al loro problema. E serve un forte investimento sul personale e l’aumento delle dotazioni organiche sempre più ridotte e non più in grado di reggere la pressione forte dei cittadini esercitata dall’aumento degli accessi».


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