Attualità

Tè caldo davanti alla questura per alleviare la mattinata ai migranti in coda

Alcune associazioni veronesi manifesteranno così domani mattina per chiedere a questore e prefetto una radicale inversione di rotta nelle politiche di accoglienza

L'immagine usata per la manifestazione

Vogliono una radicale inversione di rotta nelle politiche di accoglienza dei migranti. E la chiederanno domani, 28 dicembre, al questore di Verona Ivana Petricca e al prefetto Donato Cafagna. Un gruppo di associazioni veronesi spiegano: «Ogni mattina davanti alla questura decine e decine di migranti restano in coda, per ore e con qualsiasi tempo, in attesa di poter svolgere le pratiche burocratiche per ottenere i documenti necessari alla loro permanenza in Italia. Spesso, tra l'altro, inutilmente, a causa della complessità della burocrazia e dell'atteggiamento rigido e poco disponibile di molti funzionari e operatori. Ma questa triste realtà, che è sotto gli occhi di tutti, non è che l'emblema di quello che è l'approccio più generale delle istituzioni al fenomeno migratorio e all'accoglienza delle soggettività migranti».

Le associazioni sono Laboratorio Autogestito Paratod@s, Osservatorio Migranti, Sportello diritti - Infospazio161, Mediterranea saving humans, Rifondazione Comunista, Circolo Pink Lgbtqe - Pink Refugees, Cub Verona e Assemblea 17 dicembre - Verona città aperta e tutte sostengono che i disagi sofferti dai migranti siano il frutto di una «mancanza di volontà politica da cui derivano leggi, e relative interpretazioni, sempre restrittive, iter burocratici lunghi e complessi, disorganizzazione e carenza di personale addetto, scarsa collaborazione tra le istituzioni preposte (Questura, Prefettura, Comune), atteggiamenti talora palesemente razzisti ed escludenti. Questa è la quotidiana realtà con cui devono fare i conti migliaia di migranti, che spesso lavorano a Verona e qui vorrebbero stabilirsi. Una miscela tossica che genera negazione di diritti, frustrazione, umiliazione e, sempre più frequentemente, disperazione e disagio psichico».

Per rendere più sopportabile la mattinata di domani dei migranti e per ottenere condizioni di accoglienza più agevoli, dalle 8 alle 10 alcuni rappresentanti delle otto associazioni veronesi porteranno un bicchiere di tè caldo agli uomini e alle donne che saranno in coda davanti alla questura. Un segno di solidarietà umana, ma anche un atto simbolico di denuncia. Denuncia che sarà portata al questore, a cui sarà chiesto un incontro «per sottoporgli una serie di richieste che se accolte potrebbero eliminare alcune criticità, rendendo la vita un po' meno difficile a molti». E lo stesso sarà fatto subito dopo con il prefetto. «A breve non mancheremo di far sentire la nostra presenza e le nostre rivendicazioni anche al Comune di Verona, che di tutta questa situazione è pure responsabile - concludono le associazioni che parteciperanno all'iniziativa di domani - Con queste azioni intendiamo provare a squarciare la cappa di silenzio e di indifferenza che grava sulla condizione di vita di queste soggettività invisibili, convinti che una larga parte della società civile veronese la ritenga, come noi, inaccettabile».


Si parla di