Cronaca

Peschiera, tentano l'assalto ad un bancomat. Bandito incastrato dal dna

Decisiva una singola goccia di sangue che il malvivente non è riuscito a pulire. Da quella i carabinieri sono riusciti a risalire alla sua identità. Si tratta di D.T., di origini bresciane

Avevano tentato l'assalto al bancomat dell'Unicredit di via Venezia a Peschiera lo scorso 20 febbraio, ma erano stati messi in fuga. Una chiamata nella notte al comando dei carabinieri aveva segnalato dei movimenti sospetti e l'arrivo dei militari ha fatto scappare un'esperta banda di ladri a bordo di un'auto di grossa cilindrata. Non contenti, sempre quella notte hanno colpito ad un bancomat della Ubi Banca a Brescia. Si vede però che quella era una serata sfortunata per i malviventi, che dopo aver fatto saltare lo sportello non sono riusciti a portare via il denaro, contenuto in una custodia rinforzata.

A distanza di quattro mesi i carabinieri di Peschiera sono riusciti ad arrestare uno dei componenti della banda, attraverso un'accurata indagine che ha visto la collaborazione dei colleghi di Brescia e di Bologna. L'arrestato è D.T., italiano dell'88 di origini bresciane. Si era stabilito a Bologna dove conduceva una vita normale, sposato e titolare di una concessionaria di auto usate. Le manette sono scattate martedì 28 giugno e venerdì 1 luglio, durante l'interrogatorio di garanzia, D.T. si è avvalso della facoltà di non rispondere. Durante la perquisizione domiciliare, in una cassaforte ben nascosta sono state trovate banconote da 50 euro, per un totale di quasi 5.000 euro, e sono in corso gli accertamenti per verificare se sono il bottino di un furto. Ora, il giovane si trova in carcere per furto aggravato e continuato in concorso con altri complici, su cui da tempo stanno indagando i carabinieri di Bologna.

La banda è molto attiva nel territorio emiliano, ma ha colpito anche nel Nordest come nel caso di Peschiera dove D.T. è stato identificato. La svolta nelle indagini è arrivata dopo aver visionato le telecamere di sicurezza. I carabinieri si sono accorti che un componente della banda, nel tentativo di forzare la porta della banca si è tagliato una mano e ha perso sangue. Successivamente, il ladro ferito si è preoccupato di pulire tutte le tracce di sangue attraverso una sostanza oleosa, probabilmente un solvente. Un po' per la fretta, un po' per il buio, l'operazione di pulizia non è stata compiuta a dovere, perché al malvivente era sfuggita una piccola goccia di sangue. Piccola, ma sufficiente ai militari di Peschiera per chiedere ai Ris di Parma l'esame del dna.

Solo attraverso questo particolare è stato possibile riconoscere D.T.. Lui e gli altri componenti della banda avevano colpito prendendo tutte le precauzioni e usando dei passamontagna per coprirsi il volto. Il gruppo era ben organizzato e sapevano come muoversi, prima forzando il bancomat e poi introducendo una paletta, in gergo chiamata marmotta, per far saltare tutto attraverso una miscela esplosiva.


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