Cronaca

La Sindone una sfida per l'intelligenza

Successo per l'iniziativa Luomo della Sindone: Il volto e il corpo di Cristo

La Sindone una sfida per l'intelligenza

Sala gremita, all’Auditorium della Gran Guardia, per l’iniziativa L’uomo della Sindone: Il volto e il corpo di Cristo, curata dal Centro di Cultura Europea Sant'Adalberto e dalla Fondazione Giorgio Zanotto come anticipazione all’evento dell’Ostensione della Sindone a Torino dal 10 aprile al 23 maggio, che ha già registrato migliaia di prenotazioni.

Alla serata (patrocinata dal Comune di Verona, con il contributo di Fondazione Cattolica e realizzata grazie al supporto culturale dell’Associazione Sant’Anselmo-Imago Veritatis nell’ambito del Progetto culturale della Conferenza Episcopale Italiana, in collaborazione con il Progetto Culturale della Diocesi di Verona) ha fatto da prologo il saluto del Vescovo di Verona Monsignor Giuseppe Zenti, che ha avuto accenti di entusiasmo per l’Ostensione del telo sacro, il quale rappresenta da sempre un’immagine “misteriosa per la scienza e una sfida per l’intelligenza”, come la definì Giovanni Paolo II.

Imago veritatis per eccellenza, la Sindone invita a “guardare oltre”, suggerendo sia il tema di Cristo come personaggio storico, sia un metodo di conoscenza capace di non fermarsi alle apparenze. Per via del riscontro perfetto con il racconto evangelico della Passione, il telo rappresenta una provocazione forte a interrogarsi sulla pretesa centrale del cristianesimo: la natura umana e divina di Cristo. Il professor Andrea Gianni, presidente dell’Associazione Sant’Anselmo-Imago Veritatis, ha definito la Sindone: “Specchio del Vangelo, che riflette la realtà. Dal momento che la realtà è oggetto di osservazione e studio – ha spiegato – abbiamo realizzato un percorso culturale che coinvolge tutti, al di là del credo religioso.”

Proprio l’associazione Sant’Anselmo infatti ha organizzato, a corollario dell’ostensione, una serie di iniziative culturali, la più importante delle quali è la mostra “Gesù, il corpo e il volto nell’arte”, che espone oltre 200 opere pittoriche e scultoree dal IV secolo d.c. al 700 e che sarà ospitata presso la Reggia della Venaria Reale da aprile ad agosto 2010. La serata veronese è stata imperniata sulla lectio magistralis di mons. Timothy Verdon, Direttore dell’Ufficio Beni Culturali e Arte Sacra dell’Arcidiocesi di Firenze, uno dei massimi esperti internazionali di arte sacra, sulle diverse forme in cui l’arte nei secoli ha raccontato la figura di Cristo.

Monsignor Verdon ha ammesso che: “Non si sa se l’uomo che ha lasciato l’immagine del suo corpo nella Sindone sia Cristo, ma questo non è essenziale per i cristiani, perché Dio va venerato in ogni uomo che soffre e la Sindone racconta di un uomo che ha sofferto, che è stato torturato e ucciso. La mostra – ha affermato – invita i visitatori all’incontro con un Dio che per farsi conoscere ha assunto le sembianze umane e invita a riconoscere noi stessi attraverso la nostra tradizione.”

Verdon ha poi sottolineato come: “Oggi il corpo sia considerato un oggetto da migliorare, modificare se possibile e sfruttare in ogni modo. Il volto invece si nasconde (vanno bene anche degli occhiali scuri) perché non si cerca più l’anima nella profondità dello sguardo. La cultura vigente ci propone una caricatura della nostra stessa umanità che dobbiamo avere il coraggio di rifiutare. La mostra – ha concluso - vuole invece favorire la riflessione sul rapporto tra il corpo (al centro di relazioni umane e divine) e la personalità, in Cristo e in noi.”

Lucetta Scaraffia, storica dell’Università La Sapienza di Roma, ha parlato di Gesù come personaggio storico, ricordando che molti giovani non hanno una precisa cognizione della sua esistenza storica e tendono invece a collocarlo tra i miti. Per la professoressa Scaraffia questa è una delle conseguenze del processo di secolarizzazione in atto, che si traduce nel relativismo e non fa distinzione tra gli esseri umani e il resto della natura, senza riconoscere la peculiarità dell’uomo, che è a immagine e somiglianza di Dio. Anche lei ha definito la mostra: “Un’occasione per ricordare l’esistenza storica di Cristo, che spiega la specificità del Cristianesimo e la diversità dell’uomo, restituendo nel contempo il significato teologico-spirituale dell’arte sacra”.

Infine la relazione di don Roberto Gottardo, vice presidente della Commissione diocesana di Torino per la Sindone, ha illustrato, avvalendosi di un suggestivo filmato, le caratteristiche salienti del telo, ai confini tra scienza e storia. “Quello sulla Sindone - ha affermato - non è un dibattito tra credenti e non credenti e la questione resta aperta, dal momento che lo stesso Pontefice Benedetto XVI ha invitato a proseguire nell’indagine scientifica.”


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