Cronaca

Picchia e minaccia di morte la moglie davanti al figlio down di 10 mesi

I carabinieri pongono fine all'incubo di una donna di 43 anni malmenata, vessata e offesa dal marito violento di 45: spesso era ubriaco e non aveva nessun ritegno nel mostrarsi fuori di sè dal bebè

Un'incubo fatto di botte, offese e minacce. Tutto è terminato negli scorsi giorni, con l'arresto dell'ennesimo marito violento. I carabinieri di Verona hanno infatti arrestato un cittadino di origine rumeno di 45 anni, da anni residente in Italia, accusato di aver malmenato, ingiuriato e terrorizzato anche di morte la moglie di 43 anni, davanti al figlio di dieci mesi affetto da sindrome di Down.

L'uomo era stato riconosciuto dai giudici del Tribunale di Verona potenzialmente pericoloso per la serenità e l'incolumità fisica e psicologica del figlio e, dall'ottobre del 2012, allontanato dalla casa familiare per le continue violenze fisiche e morali perpetrate nei confronti della donna, spesso a causa del proprio stato di alterazione derivante dall'assunzione di sostanze alcoliche. L’11 settembre 2012 la donna aveva trovato il coraggio di denunciare il marito: le ingiurie e le percosse avevano superato il limite umano di sopportazione. Le varie vilenze, spesso imprevedibili, avevano generato un “allarme emotivo” sullo stato psicofisico della donna. L'allontanamento dell'uomo dalla famiglia è stato confermata anche lo scorso febbraio, ma a maggio il marito si era presentato dalla donna per partecipare al battesimo del figlio e si era impossessato delle chiavi dell’appartamento. Ancora una volta, nonostante le decisioni del Tribunale, l'uomo voleva tenere sotto il suo controllo la moglie: le chiavi gli servite per entrare in casa e prendere per il collo la donna, ingiuriandola e minacciandola anche di morte. La donna, per gli ultimi colpi ricevuti dal marito, ha riportato un “trauma discorsivo al rachide cervicale e una contusione alla gamba sinistra”, giudicati guaribili in dieci giorni.

L’uomo, arrestato in flagranza di reato per maltrattamenti in famiglia dai carabinieri della Compagnia di Verona, adesso non potrà più, non solo avvicinarsi alla casa della donna, ma nemmeno ritornare nel capoluogo scaligero.


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