Cronaca

Strage del bus ungherese in A4, nuove accuse: «Guardrail inadeguato»

Secondo il consulente delle parti civili, il disastro avvenuto il 20 gennaio 2017 sull'Autostrada Brescia-Padova «poteva essere evitato»

Il mezzo dopo l'incidente del gennaio 2017

«Guardrail inadeguato». Nuove accuse, giovedì, al processo sulla strage della scolaresca ungherese del 20 gennaio 2017 in A4. Un disastro che, come aveva già sostenuto in aula il perito del pm, riferiscono dall’Associazione unitaria familiari e vittime della strada, anche secondo il consulente delle parti civili «poteva essere evitato».

Persero la vita in 17, quasi tutti studenti di ritorno da una gita sulle montagne francesi: finora l’unico a pagare è stato l’autista 54enne Janos Varga, arrestato nel settembre 2022 su mandato della Procura di Verona per effetto della condanna definitiva a 6 anni di carcere per omicidio colposo plurimo.
Ben più lunghi i tempi del processo di primo grado tuttora in corso per gli altri imputati: sotto accusa per omicidio stradale plurimo ci sono due tecnici dell’A4 insieme ai tre consiglieri della commissione Anas, che si era occupata del collaudo per le barriere di sicurezza. Giovedì davanti alla giudice Valentina Fabiani del Tribunale di Verona è stato ascoltato il perito dell’Associazione Italiana familiari vittime della strada, Alessio Maritati. «Il professionista ha evidenziato le carenze di Autostrade, ha sostenuto che l’autobus non viaggiasse a velocità eccessiva, che fosse dentro i limiti - spiega Alberto Pallotti, presidente dell’Associazione unitaria familiari e vittime della strada -. La causa principale dell’incidente è quindi ascrivibile, esclusivamente, al comportamento colpevole di Autostrade, che in anni di proprietà e di gestione, non ha messo in sicurezza quel tratto stradale, lasciando un guardrail inadeguato e una vicinanza al pilastro, responsabile dello scontro, inferiore a 60 centimetri, come ampiamente documentato anche dalla nostra associazione. È la prima volta in Italia che un’associazione si costituisce parte civile e collabora completamente alle indagini, presentando una propria perizia, molto complessa, totalmente a spese nostre, che aiuta a ricercare la verità. Questo è il nostro esclusivo interesse. Noi siamo superpartes, non siamo a prescindere dalla parte di nessuno, ma siamo dalla parte della giustizia prima di tutto, della verità. siamo questo spero sarà un fattore decisivo nella decisione finale del giudice». 


Si parla di