Cronaca

Borgo Roma, arrestati operatori delle celle mortuarie. L'accusa è concussione

Avrebbero chiesto alle aziende di pompe funebri tangenti da 50 a 100 euro per svolgere un servizio di ricomposizione del defunto degno di questo nome

(foto di repertorio)

Sono quattro gli operatori delle celle mortuarie dell'ospedale di Borgo Roma finiti agli arresti domiciliari ieri, 11 settembre, e un quinto collega potrebbe essere sottoposto alla stessa misura cautelare. Per loro l'accusa è di associazione a delinquere finalizzata alla concussione. Il gruppo avrebbe chiesto tangenti da 50 a 100 euro per svolgere un servizio di ricomposizione del defunto degno di questo nome. Le aziende di pompe funebri erano costrette a pagare, altrimenti avrebbero ricevuto un servizio pessimo e avrebbero quindi fatto brutta figura con i clienti.

L'indagine è partita grazie ad una segnalazione dell'azienda ospedaliera e agli esposti di Agec Onoranze, che in caso di processo, come scrive Laura Tedesco sul Corriere di Verona potrebbero costituirsi come parte civile. Inoltre, l'azienda ospedaliera potrebbe anche richiedere il risarcimento per il danno d'immagine subìto.

Gli elementi raccolti durante l'indagine hanno permesso di procedere con gli arresti, ma il lavoro degli inquirenti non è ancora concluso. In particolare, si vuole accertare che il costo della mazzetta richiesta dagli accusati non venisse caricata sul costo complessivo che le famiglie dovevano pagare per i funerali.

Le richieste di pagamento non sarebbero state poche, tanto che la procedura sarebbe diventata quasi una prassi. In pratica, gli operatori delle celle mortuarie avevano il compito di rendere presentabile il defunto per le esequie. Solo che per compiere un servizio dignitoso avrebbero chiesto dei compensi extra e ovviamente illeciti.


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