Cronaca

Verona, città e provincia più sicure? Via libera a telecamere di videosorveglianza con 128mila euro

L'assessore regionale alla Sicurezza annuncia l'approvazione dei fondi che verranno indirizzati in tutto il Veneto per le dotazioni alle polizie municipali. Al capoluogo riconosciuti 45mila euro, a Legnago e San Pietro in Cariano 35 e 47mila

Il fotogramma di un furto ripreso dalle telecamere di videosorveglianza

Arrivano i soldi per aumentare quella "percezione di sicurezza" tanto agognata dai cittadini veronesi. La Giunta regionale del Veneto ha approvato, su proposta dell’assessore alla Sicurezza, Massimo Giorgetti, la graduatoria delle domande di contributo presentate dagli enti locali, singoli e associati, per la realizzazione di progetti di investimento destinati al potenziamento degli impianti di telesorveglianza e delle Centrali operative al servizio della polizia municipale. A Verona e provincia saranno stanziati oltre 128mila euro. In particolare, 45mila e 999 dovrebbero andare alla città capoluogo il cui sindaco Flavio Tosi ha già annunciato l'installazione di almeno 70 "occhi elettronici" in aggiunta ai 100 già presenti. Altri 47mila e 100 destinati al Comune di San Pietro in Cariano e 35mila se li è aggiudicati Legnago.

“Gli strumenti tecnologici al servizio delle attività di sorveglianza sono irrinunciabili – sottolinea Giorgetti – sia per i loro effetti preventivi e dissuasivi, sia come ausilio nelle procedure di indagine”. A seguito del bando emanato lo scorso mese di agosto, sono state considerate finanziabili 23 richieste per una somma complessiva di oltre 954mila euro. L'investimento più importante è stato avanzato ai favori dei Comuni della provincia di Padova, molti dei quali riuniti in consorzi, a cui verranno stanziati quasi 344mila euro. Seguono per importanza dei fondi, i comuni vicentini (289mila euro), i veronesi, i veneziani, poi quelli del Bellunese e del Trevigiano.

“Sottolineo che la partecipazione al bando è stata di buon livello, sia sotto il profilo della qualità dei progetti, sia per quanto riguarda il livello associativo raggiunto dagli enti locali stessi. I nuovi vincoli normativi imposti dalle leggi nazionali e regionali, infatti, hanno comportato l’introduzione di requisiti che premiassero le forme di associazionismo e in questo senso l’esperienza dei distretti di polizia locale avviata con il Piano di zonizzazione è stata di grande aiuto per le amministrazioni locali che hanno promosso iniziative di collaborazione e aggregazione tra loro”.


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