Un brindisi alle legalit, Pon Sicurezza sbarca in fiera
Stand al Vinitaly per far conoscere gli interventi in materia di beni confiscati alle mafie
. Anche quest'anno il Pon Sicurezza - il Programma gestito dal Viminale e cofinanziato dall'Ue - partecipa, con un proprio stand, al Vinitaly, il salone internazione dei vini e dei distillati. La manifestazione è un luogo significativo per far conoscere gli interventi del Pon Sicurezza per lo sviluppo 2007/13, in materia di recupero dei beni confiscati.
Oggi in Italia sono 11.982 i beni sottratti alle mafie. Di questi, 9.744 (l'82,22 per cento del totale) si trova nelle quattro regioni a Obiettivo convergenza: 5.221 in Sicilia, 1.819 in Campania, 1.695 in Calabria e 1.009 in Puglia. Il loro recupero e' uno strumento di straordinaria efficacia nella lotta alla criminalità organizzata. Inoltre riutilizzare questi beni in modo produttivo significa creare ricchezza e opportunità di lavoro. Fino a oggi, il Pon Sicurezza ha stanziato 61 milioni per interventi di riqualificazione, grazie ai quali i beni confiscati stanno tornando a vivere in nome della legalità.
Terreni improduttivi, per lungo tempo rimasti abbandonati, sono stati trasformati in fiorenti attività agricole e vitivinicole. Sfruttando le risorse che erano dei boss sono nate aziende gestite da cooperative sociali che producono vini di qualità, riconosciuti dalle più prestigiose guide enologiche: sono il frutto della vittoria della legalita' sulle mafie. Altri progetti finanziati dal Pon Sicurezza hanno permesso ai beni confiscati di ospitare a esempio agriturismi, centri di accoglienza per migranti, di avviamento al lavoro per persone svantaggiate e di aggregazione giovanile.
"Recuperando i beni dei mafiosi per reinserirli nel circuito produttivo legale - dichiara l'autorita' di gestione del Pon Sicurezza e vicecapo vicario della Polizia, Prefetto Nicola Izzo - il progetto favorisce lo sviluppo delle regioni a Obiettivo convergenza. Il nostro scopo e' di dare impulso alla crescita, creare opportunita' di lavoro e promuovere la legalità in regioni in cui la presenza della criminalita' ha a lungo ostacolato lo sviluppo''. ''Oggi - continua - i giovani che lavorano nelle aziende nate sulle terre confiscate hanno l'opportunita' di far conoscere la parte migliore di questi territori: i prodotti della terra, le bellezze naturalistiche e la loro stessa voglia di cambiare nel segno della legalita'''.