Economia

Le aziende scaligere disertano la Libia: grandi potenzialità, ma troppi pericoli

Il periodo post-Gheddafi avrebbe potuto fornire grandi possibilità, ma non è stato così. Il disinteresse delle forze internazionali è, per molti imprenditori, in cima alle cause dell'instabilità politica in Libia

La Libia: un Paese dalle grandi potenzialità (a partire dall'era post Gheddafi), ma anche dagli infiniti rischi, soprattutto dal giugno dello scorso anno, e ancor di più, nell'ultimissimo periodo con i miliziani jihadisti (affiliati all'Isis) che hanno fatto di questa terra una delle loro roccaforti.

Sono diversi gli imprenditori scaligeri che ormai da molti mesi stanno facendo marcia indietro e hanno chiuso i loro affari sul mercato libico, principalmente a causa dell'instabilità politica. Tra le aziende che hanno deciso di rivolgersi ad altri mercati ci sono anche il Gruppo Manni e la Pedrollo di San Bonifacio. Algeria, Tunisia e Marocco sono in cima alla lista delle alternative. Come riporta "L'Arena", Giuseppe Cirina, imprenditore veronese, sostiene la necessità di un maggiore impegno da parte delle forze politiche internazionali. Cirina ha avviato diverse attività in Libia: dall'oil & gas services, all'edilizia ai fondi immobiliari fino alla consulenza per quegli investitori veronesi interessati ad aprire in Libia ("Italy2Lybia"). Il progetto è stato, però, interrotto a causa della mancanza di sicurezza nel Paese, dovuta principalmente all'incapacità di azione delle forze internazionali.


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