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Incontro "La terra gialla delle Torricelle: esplorazioni tra arte, storia e geologia"

Il Museo Diocesano d'Arte di San Fermo Maggiore organizza, per la giornata di sabato 28 febbraio, un incontro in collaborazione con l'Unione Speleologica Veronese per presentare le scoperte da loro effettuate a seguito del lavoro di esplorazione in tre grotte/miniere delle Torricelle condotto dal 2012 al 2014.

«Il Museo Diocesano - dichiara il direttore don Tiziano Brusco - ha accolto con piacere la proposta dell'Unione Speleologica di presentare nella nostra sede i risultati dei loro studi perché credo fermamente nell'importanza della divulgazione di informazioni di carattere culturale che interessano il nostro territorio e ne esaltano il valore storico. Le scoperte effettuate dal gruppo di geologi nelle grotte delle Torricelle hanno permesso di recuperare anche la famosa terra gialla o ocra che tanto fu utilizzata dai pittori nel corso dei secoli come il celebrato Paolo Caliari che realizzò un quadro per la chiesa di San Fermo Maggiore, ora a Castelvecchio. Anche in questo caso, come già è stato fatto in occasione di un altro incontro con l'associazione EmpiricaMente, studi scientifici si intrecciano con la storia e l'arte che è anche rappresentazione di valori cristiani e umani. Quindi - conclude il direttore -, ci sembrava più che legittimo dare la possibilità all'Unione Speleologica di spiegare quanto ritrovato».

«In qualità di presidente della seconda circoscrizione - dichiara Filippo Grigolini - esprimo a nome di tutta la comunità gratitudine e soddisfazione per l'impegno profuso dall'Unione Speleologica Veronese nelle ricerche condotte nelle perdute grotte/miniere delle Torricelle, patrimonio storico e geologico di primaria importanza per conoscere la storia evolutiva del nostro territorio. Studi come questi rappresentano l'eccellenza della ricerca nel campo della geologia e un vanto per la città di Verona. L'augurio è che si prosegua su questa strada affinchè si possa arricchire il bagaglio di conoscenze del nostro prezioso patrimonio storico-culturale. Come circoscrizione continueremo a impegnarci per dare risalto a tali iniziative».

«Il gruppo Unione Speleologica Veronese - dichiara Guido Gonzato - ringrazia il Museo Diocesano per averci concesso lo spazio e la seconda circoscrizione per il patrocinio. Con questa iniziativa intendiamo presentare al pubblico i risultati del nostro lavoro di esplorazione, rilievo, ricerca storica e scientifica in alcune delle grotte/miniere delle Torricelle che ci ha permesso di ritrovare la famosa "terra gialla". Vogliamo fare in modo che non vada perduto un pezzo importante della storia della nostra città, vista la grande importanza economica che la terra gialla ha avuto fino al secolo scorso; e contribuire, con la nostra ricerca geologica, alla ricostruzione del lontano passato del nostro territorio. Il nostro lavoro, che si svolge in collaborazione con l'Università di Bologna, è solo all'inizio ma ci auguriamo di avere ancora tanta fortuna nelle nostre ricerche».

L'iniziativa, patrocinata dalla Seconda Circoscrizione del Comune di Verona, risulta particolarmente interessante dal punto di vista storico, culturale e ambientale in quanto dai lavori di esplorazione, mappatura e studio geologico di tre grotte/miniere è stato possibile risalire alla loro datazione che si situa tra i 20 e i 35milioni di anni fa quando le terre erano coperte dal mare. Questo è stato possibile grazie al ritrovamento di fossili marini conservatisi all'interno delle sabbie calcaree. Di straordinaria importanza, inoltre, è il ritrovamento di una vertebra di delfino, mai segnalata in zona prima d'ora. Molte delle grotte/miniere (circa una sessantina), infatti, non sono ancora state mappate e studiate.

L'importanza di queste grotte naturali si deve anche alla presenza di terre gialle o ocre che, fino alla fine dell'Ottocento, servivano per la produzione di coloranti naturali. Poi se ne perse la conoscenza. Ma proprio queste delle Torricelle andavano a formare buona parte della produzione italiana di coloranti. Questi stessi pigmenti naturali furono utilizzati in varie epoche dai pittori come il celebre Paolo Caliari, famoso per il suo "rosso veronese". In una delle tre grotte esplorate sono state trovate delle ocre contenenti pollini di piante di clima caldo come palme e magnolie che fanno supporre che sia più antica delle grotte della Lessinia cioè risalente al Neogene superiore (da 23 a 5 milioni di anni fa).

I risultati degli studi sono stati finora pubblicati nel 2014 sulla rivista "Italian Journal of Geosciences", la pubblicazione ufficiale della Società Geologica Italiana, poi saranno presentati al XXII Congresso di Speleologia che si terrà a Pertosa-Auletta (Sa) tra il 30 maggio e il 2 giugno 2015.


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