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"Gli anni della pittura analitica", dal 28 maggio in mostra al Palazzo della Gran Guardia

Aldo Schmid, 3 Tensioni 2 Contrasti, 1977, acrilico su tela, cm 100x100

La pittura viene periodicamente data per morta. Tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta, in particolare, l'Arte Concettuale sembrò averne per sempre decretato l’inutilità. Eppure, tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio degli anni Settanta, in Europa ma soprattutto in Italia, molti artisti non abbandonarono il campo e tentarono, ancora una volta, di rifondare la disciplina pittorica ripartendo da una sorta di «grado zero»: individuare alcuni elementi caratteristici di questo linguaggio e sondarne tutte le possibilità era il loro obiettivo. Era nata la Pittura Analitica.

Dal 28 maggio al 25 giugno prossimi, Gli anni della pittura analitica, mostra storica al Palazzo della Gran Guardia di Verona, celebra i protagonisti italiani di questa tendenza, con opere degli anni Settanta, in un allestimento rigoroso ma avvicinabile anche dal grande pubblico. Carlo Battaglia, Enzo Cacciola, Paolo Cotani, Marco Gastini, Giorgio Griffa, Riccardo Guarneri, Claudio Olivieri, Elio Marchegiani, Carmengloria Morales, Pino Pinelli, Lucio Pozzi, Claudio Verna e Gianfranco Zappettini sono i pittori selezionati dal curatore Alberto Rigoni. Temi come il colore, il supporto, il materiale, il processo di lavoro, lo spazio pittorico, furono affrontati da un variegato ma interessantissimo gruppo di artisti, dei quali a Verona potremo ammirare alcuni capolavori.

Negli anni Settanta, infatti, colore, telaio e tela tornarono ad essere quello che erano sempre stati, cioè strumenti indispensabili della forma espressiva pittorica. Preceduto negli Stati Uniti da ricerche affini ma dai differenti presupposti, questo comune sentire ebbe in Europa il suo terreno di sviluppo. L’Italia fu epicentro di questa rinascita, che affrontò tutti i fondamenti del «fare pittura». Questa esperienza salì su tutti i palcoscenici internazionali dedicati all’arte contemporanea: dal Museo d’Arte Moderna di Parigi alla Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino, dalla Biennale di Venezia a Documenta di Kassel, senza contare numerose e prestigiose gallerie private, i “pittori analitici” furono per alcuni anni al centro dell’attenzione di critica, pubblico e mercato. Poi, tra la fine del decennio e l’inizio degli Anni Ottanta la Spontane Malerei in Germania e la Transavanguardia in Italia riportarono la figurazione a un ambiente artistico internazionale di nuovo pronto a leggere e apprezzare la pittura.

 Da qualche anno si è avviata una vera e propria riscoperta della Pittura Analitica. Musei, fondazioni, gallerie pubbliche e private allestiscono con sempre maggiore frequenza esposizioni dedicate a uno o più aspetti di quel vasto panorama e sono stati effettuati diversi tentativi di sistematizzazione. La mostra di Verona, promossa dalla Fondazione Zappettini per l’arte contemporanea, in collaborazione con Ferrarin Arte, ambisce a essere un’esposizione definitiva, che segni un punto fermo nella riscoperta storica e critica della Pittura Analitica.

Le opere esposte, appartenenti agli anni Settanta, proporranno al visitatore uno sguardo sì approfondito sul lavoro di ciascun artista, ma soprattutto una visione d’insieme che renda palese la vicinanza delle ricerche degli artisti stessi. Il pubblico potrà comprendere perché all’epoca più di un critico in Italia e all’estero videro questi artisti come una “situazione” o un “movimento”.

La mostra ha anche una sezione parallela, dedicata al Triveneto e curata da Michele Beraldo, ospitata negli stessi giorni a Palazzo Bottagisio di Villafranca di Verona. Lì espongono i principali artisti triveneti che nel corso degli anni Settanta hanno operato con rigore e incrociato i propri percorsi con la corrente della Pittura Analitica, come l’istriano Paolo Patelli, che più di altri ha saputo condurre un’analisi delle componenti materiali della pittura, dunque dei supporti sui quali si dipinge; Aldo Schmid, che assieme a Mauro Cappelletti e il Gruppo di Astrazione oggettiva è stato tra i più originali artisti trentini del Novecento capace di coniugare arte e metodologia scientifica nello studio del colore; infine il portogruarese Pope e la veneziana Arabella Giorgi, rappresentanti della nuova astrazione intesa come forma pura.

A ciascuno di questi cinque artisti è dedicata una sala di Palazzo Bottagisio, nella cui sede fu firmato, nel 1859, l’armistizio tra Napoleone III di Francia e Francesco Giuseppe I d'Austria. La mostra Gli anni della Pittura Analitica è accompagnata da un catalogo edito da Silvana Editoriale, in cofanetto, con testi del curatore Alberto Rigoni, Michele Beraldo, Dino Marangon, una prefazione di Philippe Daverio, un approfondimento storico di Luigi Meneghelli e un’intervista a Gianni Contessi.

INFORMAZIONI

Gli anni della Pittura Analitica

Palazzo della Gran Guardia

Inaugurazione mostra: sabato 28 maggio ore 18.00

Periodo di apertura: dal 28 maggio al 25 giugno

Orari: da martedì a domenica 10.30 - 19.00 Chiuso il lunedì

Ingresso libero

Gli anni della Pittura Analitica Esperienze in Triveneto

a cura di Michele Beraldo

Villafranca di Verona | Palazzo Bottagisio

Inaugurazione mostra: sabato 28 maggio ore 12.00

Periodo di apertura: dal 28 maggio al 29 giugno

Orari: ogni sabato e domenica 10.00-12.00 // 15.00-18.00

Aperture straordinarie: Festa della Repubblica: giovedì 2 giugno Fiera dei Santi Pietro e Paolo: lunedì 27; martedì 28; mercoledì 29

Ingresso libero

Web

La mostra è promossa da Fondazione Zappettini per l'arte contemporanea e organizzata da Ferrarin Arte con il patrocinio del Comune di Verona e del Consiglio Regionale del Veneto.

 


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