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Seminario sul Concilio Vaticano II con Angelo Carozzi al Centro Studi Campostrini 

Si terrà mercoledì 2 febbraio il secondo seminario sul Concilio Vaticano II organizzato dalla Fondazione Centro Studi Campostrini nel 60esimo anno dall’apertura del Concilio. Il Concilio rappresentò una svolta dottrinale, religiosa e culturale che la Chiesa cattolico–romana ha intrapreso in vista della consegna al XXI secolo del messaggio cristiano e del deposito della fede custoditi dalla comunità credente.

«L’incontro sarà di carattere storico e storiografico – spiega Pier Angelo Carozzi, professore emerito di Storia delle religioni nel Dipartimento di Scienze umane dell’Università di Verona – e analizza le tensioni di carattere culturale, sociale, storico ecclesiale che attraversarono la Chiesa durante il pontificato di Pio XII. I temi all'ordine del giorno erano numerosi e complessi; interessavano la vita della Chiesa, i fratelli separati, le religioni non cristiane, l'umanità in genere; alcuni di essi furono affrontati per la prima volta in un Concilio. Inoltre, nella discussione, si confrontarono formazioni, mentalità ed esperienze diverse. Il Concilio raccolse quasi 2500 cardinali, patriarchi e vescovi cattolici da tutto il mondo».

Il Concilio Vaticano II fu aperto da papa Giovanni XXIII l'11 ottobre 1962 che volle dare una risposta cristiana agli interrogativi posti dalle profonde trasformazioni sociali e politiche del secondo dopo Guerra.  Si chiuse tre anni dopo con un altro papa, Paolo VI, l'8 dicembre 1965. Il secondo dei quattro seminari previsti affronterà il tema dei “I documenti del Concilio Vaticano II” e si terrà il prossimo 2 febbraio dalle 15 alle 16,30 nella sede della Fondazione Campostrini, in via Santa Maria in Organo 4. Il 23 febbraio e il 9 marzo, alla stessa ora e nella stessa sede, il professor Carozzi presenterà due delle tre dichiarazioni conclusive del Concilio: “La dichiarazione Nostra aetate sul pluralismo religioso” e “La dichiarazione Dignitatis Humanae sulla libertà religiosa”.

«Si tratta di interventi rivoluzionari – conclude Carozzi - perché Nostra aetate ha aperto definitivamente all’accettazione da parte della Chiesa del pluralismo religioso, avviandosi al dialogo interreligioso. Per dare un’idea di quanto sia stata discussa, la sua pubblicazione è avvenuta il 7 dicembre 1965, un giorno prima della chiusura del Concilio. Quanto a Dignitatis Humanae, ci sono voluti 2mila anni perché la Chiesa accettasse la libertà religiosa, pur non rinunciando al messaggio evangelico. Il titolo riecheggia il De dignitate hominis di Pico della Mirandola, in piena assonanza con la proposta umanistica, dopo che il medioevo aveva imposto la religione cattolica».

Informazioni e contatti

Web: https://www.centrostudicampostrini.it/.


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