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"THE '70s Una stagione felice del cinema americano", dal 22 aprile torna in Gran Guardia il grande cinema statunitense

Torna in Gran Guardia, per I martedì del festival del Comune di Verona, il cinema americano degli anni Settanta, ormai unanimemente considerato un irripetibile decennio d'oro dell'arte cinematografica. Ed è una lunga fedeltà quella tra il Verona Film Festival e quella stagione così ricca di talenti emergenti e di film in grado di coinvolgere ed emozionare ora come allora,  perché capaci di resistere al tempo. Un rapporto iniziato ancora ai tempi del festival Schermi d'amore, approfondito a partire dal 2010 con l'inserimento di alcuni capolavori restaurati nella programmazione delle varie edizioni dei Martedì e culminato con la rassegna monotematica del dicembre 2015.  Ora si prosegue con questa seconda puntata di 18 titoli che porta a 52 il totale dei film proposti al pubblico veronese in poco più di un quinquennio.

Il percorso che si apre venerdì 22 aprile nella sala convegni della Gran Guardia e si conclude lunedì 2 maggio questa volta affronta in maniera più sistematica che in precedenza il rapporto con i generi classici della tradizione hollywoodiana, riletti, rinnovati e spesso mescolati dal gruppo di giovani cineasti nati negli anni Quaranta e dei loro fratelli di poco maggiori formatisi negli studi televisivi negli anni Cinquanta e Sessanta, che cambiarono radicalmente il modo di fare cinema.

Come figura emblematica di questa trasformazione è stato scelto Bob Fosse, nato come coreografo e autore tra il 1969 e il 1983 di cinque film fra cui i tre capolavori che fanno parte della rassegna. Se con Lenny (1974) reinventò il genere biopic, dopo Cabaret (1972) e All That Jazz - Lo spettacolo comincia (1979) il musical, uno dei generi-pilastro degli studios della stagione d'oro di Hollywood, non fu più lo stesso. Se il primo si mescola al dramma politico raccontando la tragica ascesa del nazismo, il secondo traduce in chiave jazzistica l'imprinting felliniano tra autobiografia ed esplorazione dell'inconscio attraverso i sogni.

Proseguendo la rilettura dei generi, c'è poi il western. Mentre Sam Peckinpah con Il mucchio selvaggio (1969) ne canta l'epica della fine, il veterano Don Siegel con La notte brava del soldato Jonathan (1971) lo combina prima con i registri del melò poi con quelli del gotico. Ma il western riappare, con il tema dell'assedio di un nemico sfuggente e invisibile che opera nel buio della notte, come traccia di fondo, nel poliziesco con infiltrazioni fantastiche di John Carpenter Distretto 13 - Le brigate della morte (1976).

Il tema dell'assedio, riconducibile come tòpos narrativo addirittura all'Iliade, ritorna nel bellico urbano, dove ogni gang ha la propria divisa come tanti eserciti contrapposti, I guerrieri della notte (1979) di Walter Hill, fuso con quello del nostos, ossia il periglioso ritorno a casa dell'eroe e dei suoi compagni. Ma lo si trova pure, sotto forma di un nemico sconosciuto e incombente che bracca il protagonista dal simbolico nome David Mann, nel road-movie Duel (1971) di Steven Spielberg. E ancora nell'avventuroso Un tranquillo weekend di paura (1972) di John Boorman e nel dramma criminale Quel pomeriggio di un giorno da cani (1975) di Sidney Lumet.

A completare il percorso tra i generi compaiono il thriller Il maratoneta (1976) di John Schlesinger, lo spionistico, infarcito di fantapolitica, I tre giorni del Condor (1975) di Sydney Pollack, le commedie drammatiche Stop a Greenwich Village (1976) di Paul Mazursky e Cinque pezzi facili (1970) di Bob Rafelson, il classico del giornalismo investigativo Tutti gli uomini del presidente (1976) di Alan J. Pakula, la commedia retrò Paper Moon - Luna di Carta (1973) di Peter Bogdanovich e la commedia corale Un matrimonio (1978) di Robert Altman.

Tutti film in cui gli attori ricoprono un ruolo fondamentale nel dare corpo e volto a personaggi divenuti simbolo dell'epoca, da Clint Eastwood a Dustin Hoffman, da Robert Redford ad Al Pacino, da Robert De Niro a Jack Nicholson. Non ci sono presenze femminili, ma solo perché mancano, ahimè, figure significative tra coloro che si cimentarono nella regia in quel quindicennio magico che va dal 1968 al 1983. Esse però ricoprirono un ruolo fondamentale sia nel lavoro di sceneggiatura, costruendo le storie poi messe in scena da registi maschi, sia nelle interpretazioni. Nei film di questi rassegna vale la pena di citare, tra le tante, almeno Liza Minnelli, Faye Dunaway e Meryl Streep.

Un'ultima parola, infine, su uno dei film capitali degli anni Settanta, Il cacciatore (1978), che con Apocalypse Now dell'anno successivo contribuì in modo determinante a rileggere uno dei grandi traumi del cuore profondo dell'America, la guerra del Vietnam.

PROGRAMMA COMPLETO DELLE PROIEZIONI

venerdì 22 aprile

  • ore 16: “Cabaret” (Cabaret, USA, 1972, 124') di B. Fosse
  • ore 18: “Duel” (Duel, USA, 1971, 90') di S. Spielberg
  • ore 21: A Wedding (Un matrimonio, USA, 1978, 125') di R. Altman

sabato 23 aprile

  • ore 16: “Next Stop, Greenwich Village” (Stop a Greenwich Village, USA, 1976, 111') di P. Mazursky
  • ore 18: “The Warriors” (I guerrieri della notte, USA, 1979, 92') di W. Hill
  • ore 21: “The Deer Hunter” (Il cacciatore, USA,1978, 183') di M. Cimino

giovedì 28 aprile

  • ore 16: “Paper Moon” (Paper Moon, USA, 1973, 102') di P. Bogdanovich
  • ore 18: “Three Days of the Condor” (I tre giorni del Condor, USA, 1975, 117') di S. Pollack
  • ore 21: “Dog Day Afternoon” (Quel pomeriggio di un giorno da cani, USA, 1975, 130') di S. Lumet

venerdì 29 aprile

  • ore 16: “Al that Jazz” (Al thatJazz, USA, 1979, 123') di B. Fosse
  • ore 18: “Assault on precint 13” (Distretto 13 - le brigate della morte, USA, 1976, 91') di J.Carpenter
  • ore 21: “All the president’s men” (Tutti gli uomini del Presidente, USA, 1976, 138') di A. J. Pakula

sabato 30 aprile

  • ore 16: “Deliverance” (Un tranquillo weekend di paura, USA, 1972, 110') di J. Boorman
  • ore 18: “Lenny” (Lenny, USA, 1974, 111') di B. Fosse
  • ore 21: “The wild bunch” (Il mucchio selvaggio, USA, 1969, 144') di S. Peckinpah

Lunedì 2 maggio

  • ore 16: “Five Easy Pieces” (Cinque pezzi facili, USA, 1970, 98') di B. Rafelson
  • ore 18: “The beguiled” (La notte brava del soldato Jonathan, USA, 1971, 105') di D. Siegel
  • ore 21: “Marathon man” (Il maratoneta, USA, 1976,125') di J. Schlesinger

INFORMAZIONI

Tutti i film sono ad ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Proiezioni in lingua originale con sottotitoli in italiano.

Verona Film Festival, via Leoncino 6

tel. 045 8005348

Web

Mail. veronafilmfestival@comune.verona.it.


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