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Claudia Contin in versione Arlecchino allo Spazio Modus per un seminario sulla commedia dell'arte

Claudia Contin Arlecchino, conosciuta per essere stata la prima donna ad interpretare il servo impertinente e diabolico della Commedia dell’Arte, sarà allo spazio Modus da Venerdì 14 a Domenica 16 Luglio per un corso dedicato alla maschera più nota e birbante e al tema dell’amore e dell’innamoramento.

«Shakespeare disse di essersi ispirato moltissimo ai personaggi della Commedia dell’Arte», afferma Claudia Contin Arlecchino, «tanto che nelle sue tragedie ricorrono gli stessi temi: il contrasto tra giovani e famiglia d’origine sul matrimonio, con conseguenti litigi e incontri furtivi. Sono venuta a Verona per ricostruire questo gemellaggio».

 Claudia Contin Arlecchino, dopo tanti viaggi in giro per l’Europa, arriva a Verona con un laboratorio per attori dedicato al personaggio della Commedia dell’Arte che l’ha resa così celebre da diventare parte del suo cognome. Sarà lo spazio Modus in Piazza Orti di Spagna a ospitare da venerdì 14 a domenica 16 Luglio questo nuovo appuntamento di spicco.

Claudia Contin Arlecchino è conosciuta da trentacinque anni nei teatri di tutta Italia e anche all’estero per essere stata la prima donna a indossare la maschera di Arlecchino. Una vita dedicata al teatro e soprattutto alla Commedia dell’Arte, la quale, insiste lei, «è amata e conosciuta in tutto il mondo, più di quanto gli italiani pensano», e aggiunge: «È un modo di fare teatro in parte diverso da quello che tutti conosciamo: un insieme di tecniche ma anche una disposizione mentale e interiore dell’attore. Proprio questo cerco di trasmettere nei miei corsi».

Sono quasi 500 anni che questa tradizione sopravvive, senza aver perso quella sua carica eversiva e un po’ provocatoria. Per alimentarla la Contin ha fondato con il regista Ferruccio Merisi il laboratorio teatrale di Pordenone “Porto Arlecchino” e il festival, noto a livello nazionale, “L’Arlecchino Errante”. Nella stessa prospettiva sono stati pensati anche workshop come quello di Verona, in cui sarà presente tra l’altro Luca Fantinutti direttore didattico e delle musiche.

Il tema del seminario sarà l’amore e l’innamoramento, che in generale sono sempre l’asse portante delle rocambolesche vicende della Commedia dell’Arte. Un occhio speciale sarà dato soprattutto alle turbolente vicende dei giovani Innamorati incompresi e alla storia tra Arlecchino e Colombina. Spiega la Contin: «Siamo nella città che William Shakespeare ha reso famosa per il dramma di Giulietta e Romeo. Shakespeare disse tra l’altro di essersi ispirato moltissimo alle maschere della Commedia dell’Arte, tanto che nelle sue commedie e in alcune delle sue tragedie ricorrono gli stessi temi: il contrasto tra giovani e famiglia d’origine sul matrimonio, con conseguenti litigi e incontri furtivi. Siamo venuti a Verona per ricostruire questo gemellaggio».

«Pur grotteschi e comici Arlecchino, Brighella e Balanzone sono personaggi di grande spessore, molto complicati, a cui la recitazione femminile può dare sfumature sottili e originali. Al mio Arlecchino è concessa qualsiasi cosa», sostiene la Contin «Un eterno fanciullo diabolicamente innocente, a cui una donna può prestare un tocco di bonarietà, pur lasciandolo l’enfant terrible che rapisce le persone e le porta sul palco, qualche volta addirittura frugando nelle borse delle signore. Il pubblico però rimane sempre a proprio agio senza scandalizzarsi, perché sa che sotto la maschera c’è una sensibilità che non offende».

Tra tecnica e creatività: recitare con tutto il corpo

Rinnovare conoscendo la storia, questa è la filosofia del corso: la tradizione può dare spazio a molte novità. «L’Arlecchino può salire anche su un’astronave per quanto mi riguarda» dichiara l’attrice, «Ci tengo però che i miei allievi conoscano tutta la storia di questo archetipo teatrale, in modo che qualsiasi esercitazione crei possibilità di originalità e di inventiva».

La Commedia dell’Arte è stata anche definita “Teatro all’improvviso” perché di fronte al pubblico gli attori improvvisavano con scioltezza e maestria. «L’arte dell’improvvisazione è una tecnica che si apprende con pazienza ed anche oggi può essere praticata se si accetta di conoscere e apprendere una ampio repertorio», afferma la Contin, «La trama delle varie storie non è fissa. Io stessa scrivo nuovi testi per i miei spettacoli. Qualche compagnia invece si appoggia ai vecchi canovacci adattandoli alla contemporaneità. L’improvvisazione è senz’altro un buon modo per crearne di nuovi. Ai corsi faremo anche questo, magari attraverso esperimenti di carattere più fisico e corporeo. Vogliamo risvegliare la creatività, non solo fornire competenze tecniche».

Anticipa inoltre: «Affronteremo uno specifico allenamento fisico e vocale. La Commedia dell’Arte è fondata, infatti, su una gestualità forte che coinvolge tutto il corpo ben oltre l’espressione facciale e la deambulazione, arrivando fino ai gesti acrobatici e a quelle che io chiamo le piroette dell’anima». Il corso è stato pensato proprio per abituare gli attori a tornare a questa speciale competenza mimica: «Il cinema e la televisione richiedono di rimanere più fermi, di parlare più sommessamente. L’espressività dell’attore teatrale deve invece raggiungere anche chi è in fondo alle fila, in fondo alla platea o in fondo alla strada, attraverso un’adeguata amplificazione del corpo e della voce».

I commedianti del Rinascimento erano dei girovaghi e le loro esibizioni stravaganti e buffonesche si proposero come fortunata e apprezzata alternativa alla tragedia di stampo classico. «Si tratta di una forma di arte popolare ma non per questo meno arguta e ricca di significato che nel ventunesimo secolo sta tornando alla sua forma originaria, nelle strade e nelle piazze. Sono spazi meno protetti del teatro e richiedono perciò un training specifico, tanto che ai nostri corsi vengono anche attori di strada».

Scrittrice e artigiana oltre che donna di teatro, Claudia Contin Arlecchino è un’artista poliedrica: «Ho cominciato a solcare il palcoscenico quando avevo 14 anni, al tempo non ci si poteva specializzare solo in una cosa. Era previsto che l’attore sapesse ballare, cantare, suonare degli strumenti musicali, conoscere l’illuminotecnica e le tecnologie audio, cambiare personaggio all’occorrenza. Grandi maestri contemporanei di questa poliedricità sono stati Carmelo Bene o Paolo Poli, per intendersi. Cerco di trasmettere anche questo valore dell’apprendimento multiplo ai partecipanti dei miei corsi».

Per informazioni su costi, orari e numero di partecipanti consultare questo link.

www.modusverona.it


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