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Organico grandioso per l'ultimo concerto sinfonico 2022 di Fondazione Arena al Teatro Filarmonico

Teatro Filarmonico - Concerto Sinfonico- FotoEnnevi

Per l’ultimo appuntamento della Stagione Sinfonica 2022 vengono eseguiti due capolavori russi fra tardo-romanticismo e innovazione per la prima volta al Filarmonico: il concerto del visionario Skrjabin con il pianista Edoardo Maria Strabbioli e la suite dall’opera Il Gallo d’oro del maestro della strumentazione Rimskij-Korsakov. Ai virtuosistici colori dell’Orchestra si aggiunge il Coro per la spiritualità senza tempo della Sinfonia di Salmi di Stravinsky. Il direttore Francesco Cilluffo fa il suo atteso debutto veronese.

Il giovane maestro torinese Francesco Cilluffo, interprete di riferimento dell’opera del ‘900 e di oggi, di casa tanto nei grandi teatri italiani quanto ai Festival di Wexford e The Grange, e nelle sale da concerto dagli Stati Uniti a Tel Aviv, esordisce sul podio dell’Orchestra areniana dopo due anni di rinvii dettati dalla pandemia, con l’ultimo doppio appuntamento della Stagione sinfonica 2022, annunciato lo scorso dicembre ed incentrato sulla musica di grandi compositori russi tra fine Ottocento e primo Novecento secondo tre visioni non troppo lontane nel tempo ma fra loro diversissime. Il primo di questi differenti mondi sonori offerti al pubblico è il più recente, la Sinfonia di salmi creata nel 1930 da Igor Stravinsky per i cinquant’anni della Boston Symphony Orchestra (riveduta nel ’48). Nonostante l’etichetta di “neoclassico”, l’opera guarda ad un passato arcaico, con timbri originali ma austeri e forme polifoniche barocche, nonché ad una spiritualità intima ma non soggettiva, che affonda le radici nella cultura bizantina. All’orchestra di questa originale sinfonia di ieraticità fuori dal tempo, per i tre movimenti concorrono le voci del Coro di Fondazione Arena, preparato da Ulisse Trabacchin, che canta in latino i testi dei salmi 39, 40 e 150.

Segue un omaggio al 150° anniversario della nascita di Aleksandr Skrjabin (1872-1915) con il giovanile Concerto per pianoforte e orchestra (1896), rimasto suo unico esperimento nel genere, tuttora non molto diffuso in repertorio. Si tratta di un raffinato lavoro tardoromantico suddiviso nei canonici tre movimenti, in equilibrio tra influenze chopiniane e ricerca di originalità con empiti melodici e sperimentazioni coloristiche. Sui generis è il punto di partenza dell’impianto tonale in fa diesis minore, una “tinta” cara a Skrjabin anche negli anni seguenti della sua breve vita di pianista e compositore, sempre alla ricerca di ispirazioni extramusicali e sinestetiche opere d’arte totale. Al pianoforte solista siederà Edoardo Maria Strabbioli, più volte applaudito nelle recenti stagioni a Verona in pagine concertistiche di rara esecuzione.

A chiudere il programma è Nikolaj Rimskij-Korsakov (1844-1908), ufficiale di marina, compositore prolifico, docente di una generazione di musicisti russi ed europei, nonché massimo conoscitore dei segreti dell’orchestrazione. Questo fine settimana compare nei programmi di Fondazione Arena con la suite tratta dall’ultima delle sue sedici opere per il teatro: Il Gallo d’oro. Questa “sintesi” sinfonica in quattro quadri esemplifica il genio del suo autore, la ricchissima tavolozza strumentale, la melodia seducente, piegandoli ai fini espressivi della storia, una fiaba di Puškin dagli aspri contenuti satirici. Protagonista è il vecchio zar Dodon, che riceve un magico gallo d’oro come allarme per difendere i propri confini. A minacciarli è un nemico inaspettato: la principessa di Šemacha, la cui bellezza senza paragoni seduce i figli dello zar e poi lo stesso Dodon con un mondo sonoro orientaleggiante dove è riconoscibile la mano del celebre autore di Sheherazade. La vicenda nasconde in sé neanche troppo velatamente una critica all’ingiustizia della guerra e all’abuso del potere zarista, argomenti fortemente sentiti ai tempi di Puškin e anche settant’anni dopo, quando il compositore si trovò in disaccordo con la repressione dei moti del 1905 e il conflitto con il Giappone. Una presa di posizione che non sfuggì al potere di allora, che ostacolò la messa in scena dell’opera, rappresentata postuma e solo dopo interventi di censura). Una musica di raro ascolto, raffinatissima e godibilissima, per una fiaba nera avvincente, grottesca, sempre attuale.

La prima del 10° concerto è venerdì 25 novembre alle 20 (turno di abbonamento A), con un programma musicale di 80 minuti circa più un intervallo, e replica sabato 26 novembre alle 17.00 (turno B). Per legge, non è più necessaria la certificazione Covid-19 (Green Pass) né l’uso della mascherina. La Stagione Artistica 2022 prosegue in dicembre con una nuova produzione dell’opera La Bohème, mentre è già in vendita tutto il calendario 2023, più ricco che mai, con dodici appuntamenti sinfonici e programmi inediti, a cui è possibile abbonarsi a prezzi convenienti.

Web: www.arena.it.


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