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Canzoni d'autore al Teatro Modus con la nuova rassegna "Note"

Inaugura il Percorso mercoledì 25 ottobre “Alle sorgenti della canzone d’autore”, con voce e chitarra di Veronica Marchi. Una scelta dai repertori di Domenico Modugno, Piero Ciampi, Luigi Tenco, Sergio Endrigo e Fabrizio De André, cinque fra quei primi cantautori italiani tra anni ’50 e ’60 che finalmente cantavano la realtà, senza retorica, senza luoghi comuni, con il linguaggio colloquiale della quotidianità.

Si prosegue mercoledì 15 novembre con “Non solo per bambini” con Silvia Manfrini, ovvero le canzoni su testi del grande Gianni Rodari, scelte fra centinaia frutto di una meticolosa ricerca che va al di là delle pur bellissime trasposizioni di Sergio Endrigo o Virgilio Savona e ci fa scoprire molti altri esperimenti di stile eterogeneo che non hanno saputo resistere al fascino delle poesie e filastrocche del geniale favolista e educatore.

Mercoledì 29 novembre è in scena Laura Facci con “Coltivo una rosa bianca”, riduzione scenica di un libro di de Angelis su antimilitarismo e nonviolenza nei cinque cantautori, di diverse generazioni, che in misura più cospicua e continuativa – e in modi diversi – hanno trattato questo tema purtroppo così attuale: Luigi Tenco, Fabrizio De André, Enzo Jannacci, Sergio Endrigo, Edoardo Bennato e Caparezza.

Mercoledì 13 dicembre Grazia De Marchi è protagonista con “Non più il rombo del cannone”: nel centenario della nascita di Italo Calvino si propone praticamente l’intera produzione di testi per canzoni scritti dal grande scrittore e musicati da grandi raffinati compositori: uno spaccato di verità, sia essa realistica come favolistica, che appare ancora di sconcertante attualità, soprattutto per i suoi risvolti di valore civile.

La rassegna prosegue nell’anno nuovo: mercoledì 17 gennaio è la volta della cantante Giuliana Bergamaschi con “Eppure soffia”, titolo di una celebre canzone di Pierangelo Bertoli che ci introduce a un altro tema di grande attualità, ovvero come la natura, l’ambiente, l’ecologia si manifesta nella nostra canzone d’autore, da Paoli o Guccini ai Baustelle.

Mercoledì 21 febbraio la carioca Nathalia Sales, con “Isto è bossa nova”, ci accompagnerà alla scoperta del grande stile poetico-musicale brasiliano, ricostruendone la genesi, la storia, lo spirito, e le incredibili innovazioni che hanno influenzato la musica mondiale sul piano dello spessore testuale, su quello dello stile vocale e chitarristico, su quello della geniale mistura di influenze indigene, africane, jazzistiche ed europee.

Mercoledì 6 marzo sul palcoscenico Ilaria Peretti, cantante e attrice, teatralizza alcune tra le centinaia di canzoni scritte da Dario Fo, delle quali non si sa abbastanza, tra cui quella che dà il titolo allo spettacolo: “Ma che aspettate a batterci le mani?” Canzoni in parte satiriche e comiche, in parte dense di impegno civile; in parte famose (come quelle scritte con Jannacci o quelle cantate da Mina e Ornella Vanoni) e in parte assai rare. 

Si prosegue mercoledì 20 marzo con “Un’altra resistenza: quella dello swing”, con la voce di Paola Reani. Si vuole sottolineare come tra anni ’30 e ’40 un grande rinnovamento musicale influenzato dal jazz provenienti da oltre oceano riuscì a vincere sull’opposizione del regime fascista, che invano tentò di soffocare questa ventata di vitalità che andava a confortare la vita degli italiani nel pieno della tragedia bellica.

Mercoledì 3 aprile l’appuntamento con la cantante Chiara dal Molin è dedicato alla “Douce France di Charles Trenet”, ovvero il grande maestro degli chansonnier francesi, senza il quale non ci sarebbero stati i Brassens e i Ferré: colui che seppe coniugare la tradizione teatrale degli chansonnier classici con la leggerezza del ritmo e l’intelligenza arguta delle nuove canzoni che lui stesso componeva.

Mercoledì 17 aprile le parole dei poeti e degli scrittori traghettate in musica costituiscono gli “Inviti al viaggio” di Raffaella Benetti, voce e chitarra: citazione nel titolo della nota canzone di Battiato ripresa da Baudelaire, uno degli infiniti esempi di canzoni su testi di intellettuali che musicisti e cantautori hanno rivestito di note o che essi stessi hanno avuto il coraggio di scrivere espressamente perché fossero intonati.

Mercoledì 15 aprile chiude il Percorso “Note” Claudia Bidoli e Reverse Ensemble con “Lost in traslation”. Tradizionalmente classificate in “belle e infedeli” o “brutte e fedeli”, le traduzioni che ci azzardiamo a presentare sono invece quelle che abbiamo accuratamente scelto tra le “belle e fedeli” che di fatto esistono, a dispetto della particolare difficoltà che la traduzione di una canzone presenta inevitabilmente. Sarà un giro del mondo da Est a Ovest, da Nord a Sud.


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