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Elio Germano affabulatore in "Thom Pain" al Camploy

L'attore romano, gi premiato a Cannes, aprir la rassegna "L'altro teatro" venerd 17 dicembre

Elio Germano affabulatore in "Thom Pain" al Camploy

Sarà un attore molto amato e più volte premiato del cinema italiano, Elio Germano, ad aprire la rassegna di teatro d’innovazione e di danza "L'altro teatro" organizzata dall'assessorato alla Cultura del Comune di Verona in collaborazione con Arteven. Al Teatro Camploy, venerdì 17 dicembre, alle 20e45, va in scena "Thom Pain", una cavalcata di parole per uno dei maggiori talenti del cinema di casa nostra, che ha collaborato attivamente all’adattamento italiano del testo e ne cura anche la regia. Scritto da un giovane e brillante drammaturgo americano, Will Eno, "Thom Pain" è il ritratto di un antieroe solitario, di un uomo solo, di un amante tormentato e pazzo, di un esistenzialista a tratti comico e a tratti caustico, di un poeta filosofo che è anche, di volta in volta, narratore, prestigiatore, consigliere, canaglia, confessore, seduttore. Lo spettacol, che nella versione originale si è aggiudicato il Fringe award 2005 all’Edinburgh international festival, ed è stato finalista nella sezione "Drama" del Premio Pulitzer, viene rappresentato per la prima volta in Italia.

Il vincitore della Palma d’Oro come miglior attore al Festival di Cannes 2010 per l’interpretazione di "La nostra vita" di Daniele Lucchetti porta così in scena, in uno degli spettacoli più attesi dell’anno, il “mal di vivere” di Will Eno, drammaturgo di Brooklyn osannato dalla critica internazionale e già rappresentato con successo in molti paesi europei. A dispetto del titolo provocatorio, Thom Pain non è affatto “basato sul niente”.

“Lo scopo di questo tipo di regia e di recitazione- dichiara Germano- oltre che dell’opera stessa, è trascinare lo spettatore nel vortice dell’apparente delirio di Thom e lasciarlo senza via di scampo, mettendolo nella condizione di doversi continuamente chiedere, per tutto il tempo della performance, se ciò che sta vedendo sia preparato o frutto del caso”. Le parole di Thom, spiega Germano, “non suonano come le battute di un testo teatrale, ma hanno il linguaggio e la forza di un uomo che parla, mettendosi in fila come in un flusso di coscienza, continuamente sospeso tra memoria e paura”.


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