Eventi

In Feltrinelli la presentazione del libro "Churchill. Il vizio della democrazia"

Martedì 12 marzo 2019 alle ore 18.00 alla Feltrinelli di via Quattro Spade 2 a Verona, si terrà l'incontro con Carlo G. Gabardini, autore del nuovo libro "Churchill. Il vizio della democrazia" (Rizzoli). Interviene Elena Traverso Presidente della Commissione Pari Opportunità della Regione Veneto.

In questo libro Carlo G. Gabardini prende in prestito la voce di uno degli uomini di Stato più importanti del XX secolo per raccontarci la nascita dell'Europa, uno spazio concettuale che oggi si è ridotto vistosamente e che spetta a noi evitare che si chiuda del tutto. In assenza di maestri viventi, chi potrebbe finalmente spiegarci che è una follia credere che la politica sia di per sé un male, e che ha invece un ruolo fondamentale nelle democrazie di oggi? E chi potrebbe spiegarci che l’Europa è il piano lungimirante scaturito da due sanguinose guerre mondiali e dunque tocca diventare fieri di essere europei? Chi? Winston Churchill! Morto da più di cinquant’anni, ma vivo come non mai nel racconto travolgente di un autore che mentre lo scopre se ne innamora e gli chiede aiuto.

Churchill è un po’ il nonno di tutti noi europei, un nonno che tracanna whisky, urla, sbraita, si lamenta senza mai arrendersi, si dà sempre al cento per cento, fuma sigari senza sosta, tossisce, detta ad alta voce bevendo champagne, si ammala, comanda ma ascolta, è risoluto ma ammira chi è in grado di cambiare idea, spesso lavora sdraiato nel letto per giorni o mentre fa uno dei suoi due quotidiani bagni caldi. Fu primo ministro, passò il proprio sessantanovesimo compleanno all’ambasciata di Teheran assieme a Stalin; nel 1930 in un discorso parlò di Stati Uniti d’Europa. Col sigaro acceso e un bicchiere di scotch sempre in mano, Winston Churchill ha salvato l'Europa e il mondo dall'orrore di Hitler nei giorni febbrili tra il 13 maggio e il 4 giugno 1940.

Nel 1946, di fronte a un'Europa distrutta, Churchill per primo prova a immaginarsi un futuro possibile attraverso «il senso di un patriottismo allargato e di una cittadinanza comune": è nei suoi discorsi il fondamento di quella che qui chiama "la famiglia europea». Vinse il Premio Nobel per la Letteratura nel 1953 e aveva un’ancora come quella di Braccio di Ferro tatuata sull’avambraccio. Insomma, uno da stare ad ascoltare, uno di cui essere fieri, uno che ti fa sentire forte e felice di essere europeo. Perché se è vero che la democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte le altre forme che si sono sperimentate finora, è bene che diventi un vizio, nella speranza che sia difficile poi smettere.


Si parla di