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Alla Galleria d'arte moderna Achille Forti la mostra di Giulio Paolini "Et in Arcadia Ego, arte"

Grazie al successo di pubblico, tra cui molti giovani, e di critica,  la mostra alla Galleria d’Arte Moderna "Giulio Paolini. Et in Arcadia ego", curata da Patrizia Nuzzo e Stefano Raimondi, è stata prorogata fino al 25 agosto 2024. L’esposizione, che si inserisce nello storico legame tra la GAM e ArtVerona, è il risultato della prima collaborazione tra la Galleria e Habitat, la sezione di ArtVerona che propone ambienti artistici immersivi.

L’edizione 2023 di Habitat dedicata a Giulio Paolini ha rappresentato il ritorno a Verona di un grande maestro che tra il 2001 e il 2002 era stato protagonista di un’antologica a Palazzo Forti - storica sede della Galleria d’Arte Moderna - in occasione della quale gli era stato conferito il Premio Internazionale Koinè 2000 alla carriera.

Artverona 2023 Presentazione mostra Giulio Paolini / foto ufficio stampa Comune di Verona

Il percorso lirico e concettuale immaginato da Paolini negli spazi di Palazzo della Ragione e costituito da lavori inediti posti in dialogo con L’apparizione della Vergine (1995-96), opera della collezione GAM, rappresenta un’opportunità di arricchimento culturale per la città ed è stato oggetto di importante riscontro da parte dei visitatori del museo veronese.

La proroga di Et in Arcadia ego fino al periodo estivo consentirà inoltre la realizzazione di un progetto editoriale dal carattere unico e prezioso: un catalogo dedicato al maestro che vedrà per la prima volta la partecipazione diretta di otto Direttori della rete AMACI, figure importanti del panorama museale italiano le quali contribuiranno alla pubblicazione in qualità di autori delle schede di approfondimento dedicate alle opere protagoniste del percorso espositivo.

Tutte le informazioni sul sito della Galleria d’Arte Moderna 

Giulio Paolini - Et in Arcadia Ego

Una mostra nella quale l’artista ha immaginato un percorso lirico e concettuale caratterizzato dagli elementi chiave della sua ricerca. In Et in Arcadia Ego, che dà anche il titolo ad uno dei lavori esposti, Paolini mette in scena il racconto visivo di un artista che si confronta, con rinnovata creatività, sugli “inganni” della rappresentazione – quali la copia, la mimesis, la prospettiva, elementi costanti della sua ricerca – a favore di una concettualità che rinnova la complessa scacchiera di significati attorno all’opera d’arte. Perduta la tradizionale centralità, l’opera si dispone in uno spazio scenografico in una sorta di “culla” atemporale, in cui il passato vive nel presente e si trasforma nel futuro.

Sono i titoli delle opere stesse a dettare l’evolversi di un racconto che ha inizio con l’autore, spossessato di sé e come pervaso da un’entità incerta, che percorre la Scala della Ragione, e che prosegue con Copia e originale dove il calco in gesso di una mano, in grandezza naturale, dialoga con la forma originale e perfetta dell’uovo di struzzo, nell’incertezza o nell’inversione della propria identità.

In un contesto privo di sicurezze, l’artista indaga le tracce di Una doppia vita nella suddivisione, simmetrica e contraria, di due metà dello stesso luogo. Ambiguità che si riflette anche in Dall’Aurora al Tramonto, dove si trovano evocate le molteplici possibilità e ragioni d’esistenza di un’opera d’arte. Tra queste rientra anche Il modello in persona, abitante emblematico ma allo stesso tempo misterioso, dello studio di un artista.

Il fulcro dell’habitat ruota attorno alla Riapparizione della Vergine, che reinterpreta L’apparizione della Vergine, lavoro datato 1995-1996, presente già in collezione civica GAM. Il lavoro si compone di due elementi disposti l’uno al suolo e l’altro a mezz’aria; sul pavimento è collocato un ingrandimento fotografico di La Sainte Vierge di Francis Picabia, mentre sospesa al soffitto pende la custodia aperta di un violoncello. Entrambi gli elementi alludono a una rivelazione potenziale, a una sublime apparizione: come dall’astuccio echeggia il suono dello strumento assente, così dall’enigmatica chiazza d’inchiostro affiora il disegno di un’ipotetica e illeggibile immagine. In occasione di Habitat, l’opera viene riproposta in una versione estesa e amplificata.

«È un piacere accogliere il nuovo progetto di Paolini negli spazi della GAM - ha spiegato la curatrice Patrizia Nuzzo -. È uno dei massimi artisti italiani contemporanei, che rappresenta per antonomasia l’artista che ha maggiormente riflettuto sul concetto di spazio in tutte le sue implicazioni e ha incentrato l’intera sua ricerca sul rapporto tra opera, artista e spettatore. In questa importante occasione Paolini ha annunciato che oltre all’opera già donata alla Galleria, Apparizione della Vergine, a conclusione di questa esposizione farà un nuovo importante lascito ai musei civici cittadini, perche la sua arte possa essere patrimonio di tutti per sempre». 

Giulio Paolini tra le sue opere - ArtVerona Veronafiere - EnneviFoto via ufficio stampa Comune di Verona

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