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Per la rassegna il piacere degli occhi il film "Quelques heures de printemps" di Stéphane Brizè

Stéphane Brizé è uno di quei registi che ama lavorare sulle sfumature, sulle parole non dette che rimangono sospese tra le righe, lasciando allo spettatore di completare le emozioni che gli vengono suggerite. Per questo i suoi film sono stati spesso presenti nelle selezioni di Schermi d'Amore e dei Martedì del Festival e la sua terzultima opera, del 2012, arriva in anteprima a Verona per France Première, la rassegna che ha inaugurato il nuovo contenitore del Verona Film Festival del Comune, Il Piacere degli occhi. Venerdì 25 novembre alle 21.00, al cinema Alcione, infatti sarà presentato, in lingua originale e con i sottotitoli in italiano, Quelques heures de printemps.

Un melodramma lieve, che scava nelle relazioni di famiglia, in particolare nel rapporto tra una madre e un figlio "problematico", appena uscito di prigione. In ballo non c'è solo il loro presente, ma anche il loro passato, nel quale molte sono le parole rimaste inespresse, il non detto cresciuto come un macigno a dividere i cuori e le menti. Tutto cambia quando il figlio, Alain, scopre che la madre, Yvette, è gravemente ammalata. Non solo, scopre anche che lei ha deciso di giocare in anticipo con la morte, per decidere da sola quando e come lasciare la vita.

Brizè si affida alla bravura dei suoi attori, il malinconico e pieno di rabbia sottesa Vincent Lindon, la delicata Hélène Vincent, la sempre brava Emmanuelle Seigner, alle loro espressioni appena accennate, ai loro occhi dagli sguardi indagatori, ai loro gesti trattenuti, alle poche parole dette che ne evocano mille altre. Quello tra loro non è uno spazio vuoto, ma un silenzio che a poco a poco si riempie di significato.

"La vita é fatta di parole, silenzi ed esitazioni", sostiene Brizé, parlando di questo suo film. "E come nella quotidianità ho la tendenza a non riempire la vita di troppe parole inutili, così al momento di filmare, per onestà, poiché tento di captare momenti di verità, non posso sfuggire a questi silenzi". E tutto questo sottolinea, sempre per usare le parole del regista, "l'importanza delle relazioni tra un uomo e una donna, la difficoltà di parlare di sentimenti e di essere aperti agli altri e la necessità di un cambiamento nelle vite dei personaggi".

Brizé parla con grande pudore delle difficoltà della vita e della morte, affrontando un tema difficile e scottante ancor oggi (e in Italia ancor di più) come l'eutanasia come scelta personale con una levità di tocco che commuove lo spettatore ma gli lascia anche l'indispensabile spazio razionale per riflettere. In un mondo che urla sempre più, i sussurri stentano a farsi sentire, ma è ad essi che è affidata ogni soluzione. Quelques heures de printemps è insomma un film da non perdere, perché non ci parla solo della Francia d'oggi, ma il suo messaggio è universale.

Con la collaborazione del Cinema Alcione e il supporto di Alliance Française, Associazione Universitaria Francofona, Ufficio Scolastico Regionale.


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