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Per la rassegna Jazz al Teatro Ristori il Kenny Werner Trio in concerto

Giovedì 30 novembre, alle ore 20.30, terzo concerto della stagione JAZZ al Teatro Ristori di Verona con uno dei più interessanti e particolari pianisti della scena internazionale: Kenny Werner con il suo grande trio formato dal contrabbassista Joannes Weidenmueller e dal batterista Ari Hoenig, attivo già dalla fine degli anni 90.

Giovedì 30 novembre al Teatro Ristori protagonista sarà il Kenny Werner Trio, con uno dei più interessanti e particolari pianisti della scena internazionale: Kenny Werner appunto. Formatosi alla Manhattan School di New York, inizia alla fine degli anni 70 varie collaborazioni con importanti musicisti quali Eddie Gomez, Joe Lovano, Randy Brecker. Dopo qualche anno di pausa Werner ha riformato il suo grande Trio attivo già dalla fine degli anni 90, che vede al contrabbasso Joannes Weidenmueller, straordinario equilibratore delle scorribande ritmiche frutto del rapporto empatico tra Werner e il batterista Ari Hoenig, autentico fuoriclasse dello strumento. Oltre 37 incisioni come leader, Werner è stato vincitore di 2 Grammy Award.

La stagione JAZZ al Teatro Ristori riprenderà il 10 gennaio 2018 con un’alta icona del JAZZ americano, lo straordinario pianista URI CAINE, apprezzato in tutto il mondo per le sue originalissime riletture di autori classici.

Kenny Werner

All’apice della sua carriera ormai ultra quarantennale, Kenny Werner è senza dubbio un’icona del pianismo jazz moderno, avendo contribuito, al fianco dei più importanti musicisti di fine secolo, all’evoluzione del linguaggio jazzistico contemporaneo. Nel corso della sua lunga carriera ha saputo costruirsi un vasto seguito di estimatori negli USA e in Europa. Attivo dalla seconda metà degli anni 70, ha collaborato tra gli altri con Charles Mingus, Thad Jones – Mel Lewis Big Band, Bob Brookmeyer, Ron Carter, Lee Konitz, Joe Henderson, Tom Harrell, John Scofield e Toots Thielemans.

Sebbene il trio è la formazione su cui Werner ha focalizzato la propria ricerca, attraverso un percorso che negli anni lo ha visto alla guida come leader di bands comprendenti Paul Motian, Jack DeJohnette, Eddie Gomez, Dave Holland, Charlie Haden e Billy Hart, egli ha costantemente esercitato il suo gusto per la sperimentazione e la costruzione di nuove forme, filtrate attraverso la sua personalissima visione dei materiali musicali, anche attraverso la composizione per organici più ampi. Ne sono prova i suoi numerosi lavori per grande orchestra eseguiti e incisi da numerose prestigiose formazioni orchestrali, a partire dalla Thad Jones – Mel Lewis Big Band, in seguito Vanguard Orchestra, di cui è stato a lungo pianista, proseguendo con orchestre come la Cologne Radio Jazz Orchestra (Germania), la Danish Radio Jazz Orchestra, la Metropole Orchestra (Olanda) e la Umo Jazz Orchestra (Finlandia), e un suo quintetto degli inizi degli anni ’90 comprendente Randy Brecker, John Riley e Bill Drewes, con cui ha effettuato dei tour anche in Europa. Dotato di grande sensibilità e di ragguardevole prestanza strumentale, Werner è in grado di far convivere sperimentalismi ritmici e armonici, con uno sguardo alla musica colta europea.

Una spiccata poeticità ne fa un artista completo capace di comunicare forti emozioni anche ad un pubblico di non addetti ai lavori. Ma Werner è soprattutto un musicista dallo spiccato senso della narratività, che sa individuare nel corso delle proprie esibizioni percorsi musicali non scontati, senza perdere mai di vista il disegno complessivo della forma in una creazione collettiva particolarmente affascinante. I notevoli mezzi tecnici di cui dispone e la visione a 360° del Jazz, assieme all’incessante spirito creativo, fanno di Kenny Werner uno di quei musicisti per cui gli stili non diventano mai stilemi, ma eventualmente elementi attraverso i quali esprimere con originalità la propria personale esperienza creativa. La profondità della concezione musicale di Werner trova nella scrittura per una formazione diversa dall’abituale trio un respiro e un’immediatezza di comunicazione assolutamente affascinante e godibile, sia per chi è già uso a inoltrarsi e a lasciarsi condurre nelle meraviglie espressive dei suoi percorsi musicali in trio, sia per chi magari si accosta per la prima volta all’universo particolarmente ricco di contenuti artistici di questo straordinario e geniale musicista.

(fonte foto Teatro Ristori)


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