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Al Teatro Ristori lo spettacolo "Mio eroe" di Giuliana Musso

Arriva al Teatro Ristori di Verona, dopo il debutto al Teatro Herberia di Rubiera, l’attesissimo nuovo lavoro teatrale di Giuliana Musso: “Mio eroe” andrà in scena venerdì 17 febbraio alle ore 20.30, all’interno del programma della stagione di Prosa. Per questa nuova produzione de La Corte Ospitale, Giuliana Musso si è avvalsa della collaborazione drammaturgica del veronese Alberto Rizzi, con le musiche eseguite da Andrea Musto e la direzione tecnica di Claudio “Poldo” Parrino.

Il Ristori aveva già ospitato l’attrice e autrice vicentina, considerata una tra le maggiori esponenti del teatro di narrazione e d’indagine, con il suo “Nati in casa” nell’ambito della rassegna “Di teatro e cinema della memoria” curata da Alessandro Anderloni nel 2012. A cinque anni dal suo ultimo spettacolo, “La fabbrica dei preti”, e dopo le tournée con “Cartongesso” accanto a Mirko Artuso e Patrizia Laquidara, la Musso ritorna dunque al monologo.

Il tema generale è la guerra contemporanea. Il soggetto è ispirato alla biografia di alcuni dei 53 militari italiani caduti in Afghanistan durante la missione ISAF (2001- 2014). La Musso dà voce a madri che testimoniano con devozione la vita dei figli che non ci sono più, ne ridisegnano il carattere, il comportamento, gli ideali. Costruiscono un altare di memorie personali che trabocca di un naturale amore per la vita. Cercano parole e gesti per dare un senso al loro inconsolabile lutto ma anche all’esperienza della morte in guerra, in tempo di pace. Nell’alveo di questi racconti intimi, a tratti lievi a tratti drammatici, prende però forza e si fa spazio un discorso etico e politico.

In “Mio Eroe”, la voce stigmatizzata della madre, da sempre sequestrata nello spazio dei sentimenti, si apre un varco, esce dagli stereotipi, e si pone interrogativi puntuali sulla logica della guerra, sull’origine della violenza come sistema di soluzione dei conflitti, sul mito dell’eroe e sulla sacralità della vita umana. Il dolore delle madri può superare la retorica militaristica che ci impedisce di ragionare sulla guerra quando siamo difronte al feretro coperto dal tricolore e affonda con la forza dei sentimenti in una più autentica ricerca di verità. In queste testimonianze femminili il tema della pace e il tema della maternità risuonano per quello che ancora sono: pubblicamente venerati e segretamente dileggiati. Solo alla fine del monologo sarà forse visibile, come una filigrana in controluce, che la voce delle madri piangenti è la voce della razionalità umana.

Giuliana Musso - Vicentina d’origine e udinese d’adozione, Giuliana Musso è attrice, ricercatrice e autrice, Premio della Critica 2005, è tra le maggiori esponenti del teatro di narrazione e d’indagine. Un teatro che si colloca al confine con il giornalismo d’inchiesta, tra l’indagine e la poesia, la denuncia e la comicità. Una poetica che caratterizza tutti i suoi lavori, dalla trilogia sui “fondamentali” della vita, Nati in casa, Sexmachine e Tanti Saluti (nascita, sesso e morte), a Indemoniate (su un caso di isteria collettiva alla fine dell’Ottocento), Dreams (sull’indebitamento) e La Base (sulla costruzione della base militare U.S.A. a Vicenza). Nel successivo La Fabbrica dei preti dà voce a chi ha vissuto nei seminari italiani prima del Concilio Vaticano II. Wonder Woman è un’indagine sul mondo contemporaneo fatto di stereotipi di genere, spreco di talenti, crisi della coppia e diritti mancati.


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