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Al Teatro Romano la prima nazionale dello spettacolo "Moby Dick"

Dopo il successo de "La Tempesta" arriva il 4 luglio al Teatro Romano la prima nazionale del "Moby Dick" di Melville con adattamento di Branciaroli. Prosegue al Teatro Romano di Verona il ricco programma dell’Estate Teatrale Veronese, che il 4 luglio in prima nazionale (con repliche il 5 e 6 luglio) proporrà l’adattamento di Franco Branciaroli di Moby Dick, dal romanzo straordinario di Herman Melville - nella ricorrenza del secondo centenario della sua nascita - con regia di Luca Lazzareschi.

Sul palco Franco Branciaroli nei panni del capitano Achab, Gianluca Gobbi (Ismaele),Luca Lazzareschi (Starbuck), Sergio Basile (Stubb/Padre Mapple), Luigi Mezzanotte (Elia/Fedallah), Valentina Violo (Pip/Ariel), Francesco Migliaccio (Peleg/Carpentiere/Capitano Rachele), Marko Bukaqeja (Queequeg), Edoardo Rivoira (Tashtego) e Jacopo Morra (Daggoo). Scene e costumi sono di Domenico Franchi, luci di Cesare Agoni, musiche di Germano Mazzocchetti, regista assistente Virginia Landi, ambienti sonoriMacchinazioni Teatrali, movimenti scenici Antonio Bertusi.

Per descrivere la vita umana non esiste metafora più potente e completa di quella del viaggio attraverso il mare. Vele spiegate, un’imbarcazione mai sufficientemente robusta per solcare la spaventosa e irresistibile vastità dell’oceano, il pericolo costante delle tempeste, il rischio dei naufragi, la consapevolezza di poter contare solo sulle proprie abilità per ultimare la traversata. In Moby Dick, il grande romanzo americano di Herman Melville (1819-1891) pubblicato nel 1851, il viaggio in mare è metafora di vita e di morte e si spinge oltre, diventando racconto epico, tormento mistico, anelito all’infinito, letteratura e teatro.

L’adattamento teatrale di Franco Branciaroli, mantenendo vivo il nucleo della fabula melvilliana e agendo di sintesi sulla narrazione, restituisce appieno la potenza simbolica, evocativa e insieme realistica del romanzo. Il Pequod, la nave del romanzo, è trasformata in un grande palcoscenico mentre al Teatro Romano, in un gioco di ribaltamento semantico, il palcoscenico sarà il Pequod.

«Ma, in fondo che cos’è il palcoscenico di un teatro se non un accogliente ventre di balena dove gli attori - mutatis mutandis - come il profeta Giona, cercando di dare un senso al mistero dell’Essere, trovano redenzione nella parola che in essi si incarna?», si chiede il regista Luca Lazzareschi. Dieci attori interpreteranno i tanti personaggi del dramma, affidandosi alla forza evocatrice della parola, al corpo, agli essenziali oggetti presenti sulla scena, ai suoni evocanti gli elementi marini e la febbrile vita della baleniera.

Attraverso l’epico racconto di Ismaele, allo stesso tempo narratore e protagonista del dramma e unico superstite del naufragio, cercheranno di vivere, e far rivivere, il viaggio iniziatico dell’equipaggio del Pequod, il cui destino è inesorabilmente segnato dalla ossessiva lotta di un uomo contro l’incarnazione di tutte quelle forze malvagie da cui alcuni uomini profondi si sentono divorati.

«Moby Dick - dice Lazzareschi - non è solo un romanzo, un’opera teatrale o un racconto, ma il ventre delle nostre paure, dei nostri desideri e dei dubbi, quel luogo oscuro dove spesso ogni uomo cerca di rifugiarsi, di nascondersi o di ribellarsi».

Informazioni

Web: https://www.estateteatraleveronese.it/nqcontent.cfm?a_id=11336

Ph di Umberto Favretto


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