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A Verona la mostra su Romano Guardini "Vorrei aiutare gli altri a vedere con occhi nuovi"

Arriva a Verona la mostra su Romano Guardini “Vorrei aiutare gli altri a vedere con occhi nuovi” realizzata dall’associazione “Rivela” per celebrare il cinquantesimo anniversario del famoso filosofo e teologo nativo della nostra città. Sarà allestita dal 10 al 25 novembre presso l’ex chiesa di San Pietro in Monastero in via Garibaldi 3 con l’inaugurazione sabato 10 novembre alle ore 17.00.

La mostra nel mese di agosto è stata esposta in anteprima al Meeting di Rimini dove ha riscosso un grandissimo successo con oltre novemila visitatori in un settimana. Nel mese di ottobre stata ospitata presso la biblioteca diocesana di Trento in occasione del convegno internazionale su Romano Guardini, quindi a Isola Vicentina (VI) presso il Centro Studi Guardini. Il giorno 15 novembre alle ore 20.45 sarà organizzato un incontro presso la sala convegni del Banco BPM al quale interverranno il prof. Carlo Maria Fedeli (Università di Torino), il prof. Giovanni Bresadola (Università Iusve), Mons. Gino Oliosi e Mons. Giancarlo Grandis.

Gli eventi vedranno la collaborazione del Centro di Cultura Europea Sant’Adalberto e saranno patrocinati dal Comune di Verona, dalla Diocesi di Verona e dalla Fondazione Toniolo. La mostra è stata realizzata con il contributo della Fondazione Giorgio Zanotto, della Banca Popolare di Verona (Banco Bpm) e del Comune di Verona. Nell’esposizione saranno coinvolti alcuni studenti dell’Istituto Romano Guardini di Verona che saranno formati come guide e accompagnati nei giorni di apertura della mostra dai volontari di Rivela.

Per informazioni: www.rivela.org

ROMANO GUARDINI - Che cosa comunica al mondo contemporaneo Romano Guardini? Perché la sua persona e le sue opere sono interessanti per gli uomini e le donne e, soprattutto, per i giovani del terzo millennio? Queste sono le domande alle quali cerca di rispondere la mostra, che vuole far incontrare l’“uomo” Guardini. Un uomo, il cui cuore inquieto e spalancato non ha mai smesso, durante tutta la sua vita, di porre domande a se stesso, alla realtà nella sua continua irriducibile “polarità” e tensione. Che non ha mai smesso di porre domande ai suoi studenti, alle istituzioni, alla Chiesa, dando così mirabilmente voce alle domande di ogni uomo, alle nostre domande.

Attraverso i luoghi e gli avvenimenti salienti della sua vita, documentati anche con fotografie, testi, disegni e oggetti personali, la sua figura emerge in tutta la sua semplice ma feconda apertura ai molti contesti del sapere, come anche agli aspetti più quotidiani della vita. Un’attenzione e un amore al particolare che diventano l’inizio di una scoperta e la stoffa reale di ogni riflessione. I molti temi da lui affrontati, come la bellezza, l’amicizia, l’educazione dei giovani, la natura, il potere, la tecnica, l'arte, l'architettura, il destino dell’Europa e la liturgia sono nati e si sono sviluppati nella forma di un serrato e sofferto dialogo con i contemporanei, con amici, con artisti, con gli autori classici della letteratura, in particolare della tradizione cristiana.

Un dialogo attraverso il quale egli è diventato un testimone e un educatore originale, un punto di riferimento per intellettuali, teologi e papi ma anche per persone di ogni ceto e tradizione. La sua adesione alla Chiesa, mai vissuta in modo sentimentale, ma sempre riferita all’oggettività incarnata di Cristo, lo ha spinto a dar ragione di tutto e a lasciarsi interrogare da tutto, certo che «nessuna grande azione, nessuna opera autentica, nessuna relazione umana sincera è possibile senza che l’uomo vi arrischi ciò che è suo».


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