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Il Parco Natura VIva compie 47 anni: questo è l'anno della biodiversità locale. La riapertura il 4 marzo

Dopo 53 giorni di chiusura, parte il quarantasettesimo anno a difesa della biodiversità: venerdì 4 marzo riaprono al pubblico le porte del Parco Natura Viva di Bussolengo. Dall’Asia all’America, è confermato l’impegno in 15 progetti di conservazione delle specie minacciate di estinzione, ma il 2016 sarà l’anno della “biodiversità locale”. A farla da padrone, le reintroduzioni in natura.

“Ci lanciamo con grande entusiasmo nella campagna europea promossa dall’Eaza (Associazione europea degli zoo) “Let it grow - Return of the natives” (Lasciamoli crescere – Il ritorno delle specie native) che per il prossimo biennio pone al centro dell’attenzione il tema della scomparsa delle specie autoctone”, annuncia Cesare Avesani Zaborra, direttore scientifico del Parco Natura Viva. Un biennio importante per il Parco Natura Viva di Bussolengo, che ha già programmato di “riportare a casa”, sui Carpazi Meridionali, Giasone ed Atena, i due fratelli di Bisonte europeo nati al Parco da mamma Lavinia. E poi cinque Ibis eremita saranno rilasciati in Andalusia, dove già vive una colonia stanziale, mentre l’annuale rilascio di un Grifone al Lago di Cornino (UD) dipenderà dalla salute del pulcino che schiuderà l’uovo già deposto all’inizio di questo mese.

Per le Testuggini europee nel 2016 è previsto il primo step del progetto di reintroduzione in natura, durante il quale le analisi genetiche potranno determinare quali esemplari potranno essere rilasciati. Grande attesa anche per la coppia di Linci europee che, nel caso in cui dovesse avere dei cuccioli, saranno destinati a ripopolare la loro area di origine. “Si tratta di aderire fattivamente ad una campagna quanto mai coerente con il dramma del nostro tempo: anche la Commissione europea ha recentemente riconosciuto che il 77% degli habitat europei non gode di un buono stato di conservazione della biodiversità e l’Italia non fa eccezione. Solo per citarne alcuni, i grifoni rischiano di scomparire dall’arco alpino, le tartarughe marine vengono tratte in salvo a centinaia, intrappolate in alcuni sistemi di pesca del Mediterraneo, mentre un po’ più ad Est i Bisonti europei sono estinti in molte zone d’Europa. La scomparsa di questi animali, già classificati a rischio estinzione, determinerebbe l’alterazione irreversibile dei processi naturali, da cui dipendiamo anche noi”.

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