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"Il sogno di un uomo ridicolo" al Cinema Teatro Astra di San Giovanni Lupatoto

Venerdì 19 febbraio 2016 alle ore 21.00 presso il Cinema Teatro Astra di San Giovanni Lupatoto, va in scena lo spettacolo "Il sogno di un uomo ridicolo" per la regia di Gianni Franceschini, tratto da Fedor Dostoevskij e con musiche eseguite dal vivo da Marco Remondini (violoncello –sax) Massimo Rubolotta (elettronica) e Zeno Fatti (tromba).

Il capolavoro di Dostoevsij ci porta verso le utopie ottocentesche di un futuro dell’umanità armonioso e felice. A questa meravigliosa speranza si arriva con tormentosa ricerca e con approdi controversi e non sempre consoni all’idea iniziale e centrale. E’ incredibile come l’immaginario dello scrittore vada oltre l’orizzonte e spinga il lettore a “sognare” e a trovare uno spiraglio di impegno per materializzare il sogno. I dolori e problemi dell’epoca in maniera differente, ma altrettanto drammatica si manifestano ancora oggi, miseria, fame, guerra, violenza, razzismo, emarginazione, oppressione morale, ai giorni nostri ritornano a pesare sullo sviluppo civico, culturale e sociale dell’umanità, e ciclicamente emergono fantasie di soluzioni pacifiche e umanitarie ai drammi quotidiani.

Queste utopie sono la forza creativa che nel piccolo può muovere le anime, qui il teatro e l’arte si manifesta come strumento poetico per non fermare l’immaginario e dunque bloccare i sogni. Un uomo che si definisce da solo “ridicolo” dopo un lungo percorso decide di mettere fine alla sua vita. Prepara il momento minuziosamente, solo l’incontro di una bambina lo distrae dal suo intento. Davanti all’arma, pronto per spararsi, ritorna alla memoria di quell’incontro e si assopisce. Dormendo sogna. Un sogno straordinario riempie il suo immaginario, un mondo stupendo, una società pacifica, riempita d’amore, felicità, armonia vive in una terra meravigliosa, che non è altro che la nostra terra. L’arrivo dell’uomo in quel mondo lo stravolge, egli inconsapevolmente porta la sua vita e la sua esperienza quotidiana.

Le abitudini e i conflitti del mondo reale poco a poco infettano quel mondo felice, portando distruzione, morte, violenza, odio. Il risveglio improvviso dell’uomo gli smuove lo spirito, non si suiciderà più, ma cercherà di testimoniare il suo sogno, come speranza e visione di una possibile società diversa, nuova, migliore. Il testo di Dostoevskij è la base del monologo, ma la musica dal vivo e la pittura dal vivo diventano protagoniste del sognare e dello sperare in un cammino contemporaneo verso un vivere a misura di persona.

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