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"Un sacchetto di biglie". Nel giorno della Memoria l’Ateneo scaligero invita universitari e cittadini al Teatro Camploy

Per celebrare la giornata della Memoria, il 27 gennaio prossimo, l’università di Verona invita la comunità universitaria e i cittadini allo spettacolo teatrale “Un sacchetto di biglie”, una produzione di Bam! Bam! Teatro e Associazione giochi antichi, che andrà in scena alle 20.45 al Teatro Camploy. Sul palcoscenico Lorenzo Bassotto e Roberto Maria Macchi accompagnati dalla voce off di Giulio Brogi su musiche di Olmo Chittò.  Scritto e diretto da Lorenzo Bassotto “Un sacchetto di biglie” è tratto dall’omonimo romanzo di Joseph Joffo ed è realizzato in collaborazione con il conservatorio Dall'Abaco e il patrocinio del Comune di Verona.

Lo spettacolo sarà preceduto da una breve presentazione del volume "Le leggi razziali nel Foro di Verona", redatto dalla Commissione diritti umani dell'Ordine degli avvocati di Verona. A introdurre la serata sarà Gian Paolo Romagnani, direttore del dipartimento Culture e civiltà. L’appuntamento è a ingresso libero e gratuito fino a esaurimento dei posti disponibili.

“Un sacchetto di biglie”

La vicenda narrata si svolge in Francia, nel periodo della seconda guerra mondiale durante l’occupazione tedesca. A Parigi, nel quartiere ebraico, vive la famiglia Joffo composta dai genitori e da quattro figli maschi, due già adulti che aiutano il papà nella sua attività di parrucchiere e due più piccoli, Maurice e Joseph che frequentano la stessa scuola. Ed è Joseph, il più piccolo, a raccontare le peripezie compiute dalla sua famiglia per sfuggire alla Gestapo. Una fuga ininterrotta che accompagna la sua famiglia dai tempi del nonno, costretto a lasciare la Russia ai tempi dei “pogrom”, le persecuzioni razziali contro gli ebrei.  Per Joseph tutto inizia quando sua madre è costretta a cucire una stella gialla sui cappotti dei figli. Appena arrivati a scuola, sia Joseph, sia Maurice vengono presi in giro dai compagni, ignorati dal maestro e picchiati all’uscita.

La sera stessa il padre, dopo un lungo discorso, avvisa i due ragazzi che è necessario che la famiglia si separi e che tutti scappino a gruppi di due per non dare troppo nell’occhio. Il padre dà loro una somma di denaro e un indirizzo dove dovranno ritrovarsi. Inizia per Maurice e Joseph una fuga attraverso la Francia correndo numerosi rischi e pericoli. La drammaturgia dello spettacolo si focalizza sul gioco delle biglie come filo conduttore della storia, come percorso salvifico per uscire dalla paura e tornare a vivere. Le biglie del piccolo Joseph sono una sorta di amuleto dotato del potere di riportare alla memoria del protagonista i momenti belli o dolorosi, ma in ogni caso liberi, vissuti prima della guerra. Un potere immaginario molto potente, il potere che solamente le cose legate intimamente con il nostro essere, come il gioco, possono scatenare.


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