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Cento bambini e bambine in scena a Verona per rappresentare la vita di Dante

Cento bambini e bambine in scena per rappresentare la vita di Dante. Accadrà il 3 e il 4 ottobre con lo spettacolo “Dante a Verona” al debutto (ore 17) nel cortile di Santa Maria in Organo. L’idea, che gode del patrocinio dell’Assessorato all’Istruzione del Comune di Verona, s’inserisce nel programma del progetto “Dante Settecento: Verona onora Dante” ideato da Alessandro Anderloni, regista e autore veronese che si dedica al sommo Poeta e alla Divina Commedia da oltre vent’anni, soprattutto nell’ambito della divulgazione per le nuove generazioni.

A raccogliere la proposta è stata la scuola primaria Rubele di Verona, con la dirigente Lidia Marcazzan e l’insegnante Chiara Stella, che hanno coinvolto gli studenti di quinta dello scorso anno scolastico come attori e attrici oltre a tutte le altre classi dell’istituto in un grande coro narrante. La rappresentazione doveva debuttare lo scorso maggio, ma l’emergenza sanitaria lo ha impedito. Non ha tuttavia fermato le prove proseguite on line, grazie alla caparbietà dell’insegnante e dei piccoli interpreti. L'evento è stato presentato oggi presso il Comune di Verona. Erano presenti: Daniela Maellare, assessore all’Istruzione e ai Servizi sociali del Comune di Verona, Lidia Marcazzan, dirigente scolastico dell’ IC 9 Valdonega, Chiara Stella, insegnante della scuola primaria B. Rubele, Luigi Turco, presidente della Cantina Valpantena, Alessandro Anderloni, autore e regista, gli attori Marcello Faraoni e Giulio Marconi.

«Lo primo tuo refugio e ‘l primo ostello / sarà la cortesia del gran Lombardo / che ‘n su la scala porta il santo uccello». Così il trisavolo Cacciaguida predice a Dante, nel canto XVII del Paradiso, quale sarebbe stato il suo primo approdo dopo la cacciata da Firenze voluta da papa Bonifacio VIII. Il “ghibellin fuggiasco” avrebbe trovato in Verona la città cortese che per prima lo ospitò. Alla corte di Bartolomeo Dante avrebbe incontrato il piccolo Cangrande che sarebbe diventato poi il mecenate e l’amico a cui, con la celebre Epistola a Cangrande, dedicò il Paradiso.

«Drammatizzare la vita di Dante, come per qualsiasi aspetto storico e letterario che riguardi il sommo Poeta, costituisce un’impresa di grande responsabilità per il calibro del personaggio, l’aurea di mito che irradia, gli innumerevoli e prestigiosi adattamenti che si sono susseguiti da secoli», spiega Anderloni che è autore del testo originale, compositore delle musiche e regista. Anche per la vicenda di Dante a Verona, prosegue, «esistono naturalmente dei precedenti teatrali, ancorché datati o di stampo chiaramente amatoriale. Ecco che tradurre la vicenda umana di Dante e farla interpretare da bambini e bambine del terzo Millennio costituisce una possibile chiave di accesso al mito, un punto di vista scevro da pregiudizi e al riparo dal pericolo di sovrastrutture o pretese attoriali o drammaturgiche. Proprio i bambini possono rendere credibile, avvolgendola da un velo di fiaba, una vicenda umana di cui ci sono pochissimi rimandi storici certi, altrettanto pochi documenti».

In scena l’ex classe V della scuola Rubele, ora approdata alle scuole medie, reciterà in dialetto e italiano le scene che saranno narrate dal coro, in una nuova ricostruzione drammaturgica. Per sfuggire da un tentativo, peraltro impossibile, di affidarsi alle tante ipotesi sulla presenza di Dante a Verona e farne una sintesi, rischiando di scoprire che solo poche e scarne notizie permetterebbero di costruire una trama teatrale, Anderloni ha scelto di partire dalla prima e più celebre delle biografie del Poeta, il Trattatello in laude di Dante di Boccaccio e dalle suggestive notizie che riporta sul legame col capoluogo scaligero. Il carattere “senza tempo” – a metà strada tra storia e fiaba, saggio e apologia – di questo libro, ne fanno un ottimo punto di partenza per ricostruire, senza pretese storiche, una vicenda verosimile, prendendosi la libertà dell’invenzione.

I dantisti ancora non sono concordi su tempi e durata della permanenza di Dante Alighieri in riva all’Adige. Scoperte recenti sembrano allungare il periodo del soggiorno del Poeta, tanto da fare di Verona la vera città d’adozione, dove trascorse con tutta probabilità il tempo più lungo del suo esilio, alcuni sostengono dal 1312 fino a pochi anni prima della morte a Ravenna. È infine certo che Dante fu a Verona nel 1320 per la lettura nella chiesa di Sant’Elena della Quaestio de aqua e terra. Come che sia, Verona resta città dantesca per eccellenza, insieme con Firenze e Ravenna, non fosse perché la presenza della discendenza nel capoluogo scaligero è storicamente provata in città e provincia.

Nel settecentesimo anniversario della morte di Dante Alighieri, Verona assume un ruolo centrale nelle celebrazioni che l’Italia (e il mondo) dedicano al Poeta. In particolare, il progetto “Dante Settecento” guarda ai giovanissimi, per far riscoprire loro il legame di Dante con la città. Inoltre, in occasione dell’iniziativa, la Cantina Valpantena ha prodotto la bottiglia commemorativa del VII anniversario della morte di Dante Alighieri (1321-2021) con un’etichetta speciale per celebrare “Dante a Verona”. Il Valpolicella superiore imbottigliato per questo evento è un omaggio che la Cantina Valpantena dedica alla città per onorare il suo illustre concittadino.

Informazioni e contatti

La partecipazione allo spettacolo è libera, con posti contingentati e distanziati secondo la normativa vigente e prenotazione obbligatoria scrivendo a .


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