Politica

Bertucco al vetriolo: "Venturi parla tanto ma non ascolta mai"

Il capogruppo del Pd scaligero si scaglia contro il presidente della Quinta Circoscrizione, accusandolo di scarsa coerenza e di non accettare il dialogo sui progetti cittadini

Michele Bertucco

Michele Bertucco torna all'attacco e, ancora una volta, il suo bersaglio è il presidente di Circoscrizione Fabio Venturi. "Le continue esternazioni del presidente della Quinta Circoscrizione Fabio Venturi - scrive in una nota il capogruppo dei Democratici veronesi - rendono evidente l'insoddisfazione che si cela anche dietro le fila della maggioranza per il modo in cui è stato condotto il Piano degli Interventi, un Piano redatto senza tenere in minimo conto le esigenze del territorio e che promette una cosa sola: distese a perdita d'occhio di centri commerciali e centri direzionali, in barba anche alle più evidenti dinamiche di mercato che vedono le installazioni commerciali in ribasso" .

Per il dirigente del Pd la colpa del presidente è quella di non essere coerente: "Un giorno Venturi torna alla carica con la cittadella del divertimento, un altro annuncia senza averne titolo separazioni tra zone produttive e zone abitate. Ma è assai improbabile che un piano pensato senza criterio e senza la partecipazione del territorio venga raddrizzato dalle esternazioni estemporanee di un presidente di Circoscrizione".

Bertucco, comunque, non si ferma alla critica, ma cerca di proporre qualche soluzione: "Quello che occorre fare è rimettere in discussione il tutto alla luce di un'idea di città condivisa insieme al territorio tenendo conto della complessità della città senza pretendere di comprimerla dentro qualche schema preconfezionato. Dagli insediamenti previsti all'ex area Biasi, passando per una viabilità che si annuncia insostenibile per l'intero Sud cittadino già a partire da Basso Acquar, ridisegnare un assetto cittadino più sostenibile è ancora possibile. Peccato che il presidente della Quinta - conclude l'esponente dell'opposizione cittadina - sia il primo a non accettare il dialogo".


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