Politica

Il tramonto del Chievo Verona, +Europa: «Catastrofe economico-sportiva»

Lorenzo Dalai e Giorgio Pasetto lamentano: «La politica locale sembra considerare la crisi e lo spettro del fallimento del Chievo come un problema marginale per la città di Verona»

Tifosi del Chievo Verona (Foto di repertorio)

«La crisi e lo spettro del fallimento del Chievo è un problema marginale per la città di Verona? Sembrerebbe proprio che sia considerato tale». Lorenzo Dalai e Giorgio Pasetto, due esponenti veronesi di +Europa, sono intervenuti sul triste momento che sta vivendo il club calcistico del Chievo Verona. L'iscrizione dei gialloblù al campionato di Serie B è stata respinta ed anche il ricorso al Tar non è andato a buon fine. Al Chievo era rimasta la tenue speranza del ricorso al Consiglio di Stato, mentre intanto la Figc (Federazione italiana gioco calcio) aveva autorizzato lo svincolo dei giocatori sotto contratto.
Ma oggi pomeriggio, 5 agosto, anche il Consiglio di Stato si è pronunciato contro il Chievo, giudicando inammissibile il suo ennesimo ricorso. Per la società del presidente Luca Campedelli si sono dunque chiuse le porte della Serie B ed è molto probabile che si aprano quelle della Serie D.

Di fronte a questi accadimenti, e prima della sentenza del Consiglio di Stato, il sindaco del capoluogo Federico Sboarina non era andato oltre ad alcune frasi di circostanza. Ha detto che insieme ai suoi assessori anche lui stava seguendo la situazione, nella speranza di rivedere il Chievo in Serie B. Sboarina aveva assicurato il suo sostegno, nella speranza che la società sportiva di Via Galvani potesse restare ad alti livelli.
Leggermente più deciso è stato l'intervento dell'ex sindaco Flavio Tosi, che ha individuato il capro espiatorio nella burocrazia. «Da accanito tifoso dell'Hellas Verona, amante del calcio e dello sport da sempre, sono convinto che le retrocessioni e le promozioni dovrebbe deciderle sempre il merito sul campo, non una burocrazia dove tra l'altro troppo spesso a vincere è il più "agganciato" politicamente - ha scritto Tosi - Anche noi dell'Hellas negli anni abbiamo subito ogni genere di angheria; l'ingiustizia va sempre combattuta e condannata. Allo stadio, da tifoso, sul campo, il Chievo è un club rivale. Da cittadino e uomo delle istituzioni veronesi invece credo che non bisogna rimanere insensibili a tutto quello che tutte le nostre realtà sportive muovono come indotto, passione e immagine».

Per Dalai e Pasetto, però, la sparizione del Chievo Verona dal calcio che conta è «una vera e propria catastrofe economico-sportiva, che coinvolge le attività del cosiddetto "calcio minore", cioè le squadre giovanili del Chievo, ma anche tutta una serie di piccole società di calcio che da anni avevano uno stretto rapporto di collaborazione con il Centro Bottagisio e che portava a valorizzare talenti emergenti, con interscambio di conoscenze tecniche di tutti i tipi, fisiologiche, mediche, psicologiche. Saltano anche le collaborazioni con tanti professionisti, saltano contratti di lavoro, si compromettono pure anche le collaborazioni con altri sport, scherma e canoa in primis, che al Bottagisio hanno il cuore delle loro attività. A questo si aggiungono anche attività commerciali collaterali, dalla ristorazione alla vendita di gadget. Lo sport veronese avrebbe bisogno di ben altra attenzione».


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