Politica

Inquinamento Pm10 e ozono, Bertucco: «Verona fuorilegge da 17 anni»

Il consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune chiede una mobilità più sostenibile ed un aumento del verde cittadino

(Foto di repertorio)

«Dal 2004, Verona ha sempre superato la soglia annuale di ozono nell'aria. Nel 2020, la città è ancora una volta fuorilegge e così sono diventati 17 gli anni consecutivi di illegalità». Lo denuncia Michele Bertucco, consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune, il quale sottolinea che il capoluogo ha superato anche un altro limite di legge, quello delle Pm10. Per le polveri sottili c'è un tetto giornaliero che non dovrebbe essere valicato per evitare danni alla salute dei cittadini. La soglia di tolleranza decisa per gli sforamenti di questo tetto è di 35 giorni in un anno, ma Verona ne ha già totalizzati più di 40.

E se le Pm10 si accumulano più facilmente nei mesi più freddi, l'ozono diventa più pericoloso d'estate, quando le condizioni climatiche ne aumentano la concentrazione nell'aria. «L'esposizione all’ozono - ha ricordato Bertucco - provoca l'infiammazione del sottile strato di cellule che riveste le vie respiratorie e concorre ad aggravare l'asma e altre patologie respiratorie, quali enfisemi e bronchiti, polmoniti. Se l'esposizione è protratta nel tempo vi possono essere danni a lungo termine, con una riduzione della qualità e dell'aspettativa di vita. L'Unione Europea stima che in Italia l'ozono provoca circa 3.000 morti premature».

Ozono e Pm10 sono dunque due protagonisti dell'inquinamento atmosferico. Solo che per le polveri sottili vengono annualmente adottate delle misure di contenimento, come il blocco della circolazione dei veicoli più inquinanti, mentre per abbattere i livelli di ozono nell'aria non si prendono provvedimenti importanti. «Serve una riorganizzazione della mobilità per evitare che l'auto venga vista come l'unica soluzione per proteggersi dal virus - ha scritto il consigliere, candidato per la lista Il Veneto che Vogliamo alle prossime elezioni regionali - Occorre partire da subito con gli interventi più semplici ed economici (favorire le bici e diffondere la micro mobilità elettrica), poi sul medio e lungo periodo con quelli via via più complessi, riaprendo con urgenza il confronto cittadino per migliorare il nuovo Piano urbano mobilità sostenibile. Il Comune di Verona ha dichiarato di voler promuovere le alternative all'auto, in particolare la ciclabilità, ma di fatto è ancora al palo».

L'ozono, però, non si combatte solo con una mobilità maggiormente sostenibile. «Bisogna mantenere ed aumentare il verde, che invece a Verona scarseggia insieme agli alberi: 19 ogni 100 abitanti, cosa che ci colloca al ventinovesimo posto tra i capoluoghi italiani (dati 2018) - ha concluso Bertucco - Verde ed alberi sono fondamentali per calmierare l'ozono. Svolgono un importantissimo lavoro di filtraggio eseguito soprattutto dalle foglie, che operano una neutralizzazione chimica e chimico-fisica degli inquinanti. Utilissime sono quindi le aree verdi nelle zone urbane e periurbane che fungono da depuratori naturali. E occorre fermare la cementificazione di aree agricole; incrementare la disponibilità di verde a favore dei cittadini e nel contempo valorizzare il verde già esistente».


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