Salute

Screening fondamentale nella lotta al cancro del colon retto, ma in Veneto restano «problematici i tempi di attesa»

Marzo è il mese dedicato alla prevenzione del secondo carcinoma più diffuso in Italia. Il dottor Daniele Canova, presidente regionale Aigo Veneto, sottolinea progressi nell’adesione della popolazione ai programmi di screening, ma evidenzia ritardi nell’esecuzione di esami salvavita

Immagine Aigo

I numeri del cancro al colon in Italia riportano nel 2022 una stima di circa 48.100 nuove diagnosi (uomini 26.000; donne 22.100) e una mortalità che si stima per il 2021 di 21.700 decessi.

Lo screening è uno strumento di salute tanto più efficace quanto più partecipato e ha come scopo principale di intercettare le lesioni precancerose rappresentate dai polipi del grosso intestino o dai tumori in una fase precoce di malattia.

Lo screening del cancro colo-rettale si rivolge ad una popolazione di età adulta, che viene invitata in vario modo ad aderire alla iniziativa, ritirando generalmente in farmacia un kit per la ricerca del sangue occulto in un piccolo campione di feci. Solo in caso di positività si procede ad effettuare l'esame di secondo livello rappresentato dalla colonscopia.

L'attivazione dei programmi di screening del colon retto in Veneto è avvenuta, in maniera progressiva, a partire dal 2002 e giungendo a completamento nel 2009, includendo come fascia d'età i soggetti tra 50-69 anni.

I dati aggiornati a dicembre 2022 evidenziano una buona copertura della popolazione veneta, confermando una ripresa, dopo la riduzione dell'attività legata alla pandemia Covid-19.

Nel 2022 in Veneto, a fronte di 610.658 utenti di età compresa tra 50 e 69 anni invitati, 400.675 hanno eseguito l'esame del sangue occulto nelle feci (di cui 54% donne e 46% uomini). Di questi 15.934 soggetti sono risultati positivi allo screening (4% degli aderenti al test di primo livello) e sono stati invitati a eseguire una colonscopia di approfondimento.

Nello stesso anno, nel programma di screening, sono state eseguite 13.510 colonscopie per FIT positivo (esame del sangue occulto nelle feci) con un tasso di adesione alla colonscopia pari a 84.8%. Sono stati inoltre diagnosticati 324 carcinomi e 2.541 adenomi avanzati.

«Nella nostra regione permangono problematici i tempi di attesa per l'esecuzione della colonscopia - afferma il dottor Daniele Canova, presidente regionale Aigo Veneto - pur migliorando, a livello regionale, la quota di soggetti richiamati oltre i 60 giorni dalla data di referto del test positivo, passando da un 24,7% nel 2021 all'11,4% nel 2022. Nella Regione Veneto, la colonscopia è stata eseguita entro un mese dal referto del test di primo livello solo nel 31,9% dei casi. Un'ulteriore 42,9% ha eseguito la colonscopia tra i 31 e i 60 giorni dalla data del referto».

Con l'attivazione dei programmi di screening del colon retto in Veneto si è assistito a una progressiva riduzione di mortalità per carcinoma colo-rettale. Nei maschi è scesa da circa 47 del 2000 a circa 29 (x100.000 residenti) del 2021 mentre nelle femmine si è ridotta da circa 24 del 2000 a circa 17 (x100.000 residenti) del 2021.

A partire dal 2024 nella regione, in accordo con le raccomandazioni del Consiglio dell'Unione Europea e del Piano Nazionale Prevenzione, si è provveduto ad approvare l'allargamento dell'offerta dello screening alla fascia d'età 50-74. In previsione quindi di aumento di inviti, esecuzione di test di primo livello, attività endoscopica oltre che anatomo-patologica e chirurgica, le Aziende ULSS della regione Veneto dovranno pianificare i carichi di lavoro necessari anche negli anni successivi.

Consapevole del valore determinante della prevenzione e della diagnosi precoce Aigo ha promosso nei primi mesi dell'anno l'indagine "Fattori che influenzano gli esiti dello screening organizzato del cancro colon retto in Italia", che ha coinvolto oltre 50 strutture ospedaliere di 16 regioni italiane.

«La survey nasce dalla considerazione che il grado di partecipazione allo screening del cancro colon retto in Italia è significativamente eterogeneo, - afferma Marco Soncini Presidente di Aigo e Direttore del Dipartimento Medico ASST Lecco - generalmente le regioni del centro nord dell'Italia raggiungono performance più elevate (40-50%) di quelle del sud e delle isole (10-15%). Più elementi concorrono a determinare l'adesione allo screening del cancro colon retto. Conoscere i fattori che favoriscono o al contrario riducono l'adesione allo screening permette di iniziare un percorso di rimozione delle criticità».


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