Salute

Patologie urologiche e identità maschile: il focus a Verona con l'intervento di Vittorino Andreoli

Sono circa tremila le procedure chirurgiche annuali presso l'Aoui Verona che ha promosso un convegno per approfondire non solo l’aspetto clinico ma anche le ricadute psicologiche sul "maschio italiano"

Da sinistra Vittorino Andreoli con Alessandro Antonelli / foto ufficio stampa Aoui Verona

«Le patologie uro-genitali del maschio rappresentano una voce importante della spesa sanitaria per l’ampia diffusione nella popolazione». Lo rende noto l'Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona (Aoui), spiegando che «la cura di questi pazienti però non riguarda solo l’aspetto clinico», poiché sempre più «l’urologo deve tenere conto delle ricadute psicologiche che possono derivare da interventi sull’apparato riproduttivo». 

Proprio per questo motivo nel convegno che si è tenuto oggi, sabato 23 marzo al Crowne plaza, dal titolo "Focus sulle patologie uro-genitali dell’uomo", il responsabile scientifico professor Alessandro Antonelli, ha previsto anche l’intervento dello psichiatra Vittorino Andreoli. Il convegno, rivolto agli specialisti e ai medici di medicina generale, ha trattato diffusamente delle patologie anche con informazioni di utilità pratica per migliorare la qualità di vita dei pazienti.    

Urologia: i dati Aoui Verona

L’Unità operativa diretta dal prof. Antonelli svolge annualmente «più di 3.000 procedure chirurgiche», per tutte le patologie, maschili e femminili, oncologiche e non oncologiche. Tra queste alcune sono rivolte specificamente al genere maschile. In base ai dati forniti dall'Aoui, si tratta di oltre 500 interventi per l'ipertrofia prostatica, 100 per le stenosi uretrali, 200 per il tumore della prostata e oltre 500 biopsie prostatiche, 30 per il tumore del testicolo, oltre a 100 procedure per l'infertilità maschile.

«Il percorso di questi pazienti - spiegano sempre dall'Aoui Verona - prevede il coinvolgimento trasversale di tutte le figure mediche ed infermieristiche che possono contribuire ad una buona cura. Si tratta di valutazioni multidisciplinari uro-radio-oncologiche, consulti radiologici e di medicina nucleare, accesso alla banca del seme, valutazioni fisiatriche e infermieristiche».

L’attenzione alle ricadute psicologiche

Con un intervento dal titolo "La percezione del maschio oggi", il professor Andreoli ha sottolineato il doppio ruolo dell’urologo. Oltre alla visione specialistica, il medico deve anche tenere conto dell’impatto psicologico che il suo intervento provoca sul paziente. Infatti, gli organi che interessano la disciplina dell’urologia sono caricati di significati psichici. L’intervento dell’urologo coinvolge almeno tre fattori emotivi: il primo è l’ambito dell’Eros e della sessualità. Il chirurgo deve dunque curare la patologia senza dimenticarsi delle valutazioni psicologiche, poiché la salute del corpo dipende anche dalla psiche. Questo aspetto è importante non solo nei pazienti giovani ma anche in vecchiaia. 

Negli anziani la sessualità è percepita in termini meccanicamente diversi rispetto alla giovane età, trasformandosi spesso in una "sessualità mentale", più che fisica. Le relazioni degli over 65 hanno dunque una componente sessuale che non deve essere trascurata dall’urologo. Terzo aspetto è poi quello dei giovani e dell’identità: individuale, di genere e di ruolo/sociale. Potrebbero infatti generarsi conflitti tra la percezione psichica della propria individualità di genere e l’organo sessuale, dal momento che l’identità di genere non è legata esclusivamente ai geni. Questi pazienti, secondo la visione di Andreoli, vanno pertanto rassicurati e l’urologo non deve dimenticare i tanti significati che l’organo può avere sullo sviluppo psichico, ciò anzitutto per non trasformarlo in un "lutto della mascolinità".

«Quando un paziente si rivolge ad un medico è per definizione una persona in difficoltà. - ha sottolineato il professor Antonelli - Questo è ancor più vero per il maschio italiano che vive generalmente nella convinzione di essere invulnerabile e quindi soffre ulteriormente quando si ammala. Il nostro compito è quindi di accogliere questi pazienti presentando un percorso di cura chiaro e specifico per la patologia, senza mai trascurare il benessere psicologico delle persone. Tutto questo richiede assolutamente una stretta collaborazione con i medici della medicina generale sul territorio, ai quali abbiamo presentato alcune delle condizioni patologiche specifiche e i percorsi che sono stati disegnati presso l'Aoui di Verona». 


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